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Giovedì, 18 Aprile 2024
Ponte Milvio Flaminio / Ponte Milvio

Senza calcio e concerti, così la crisi si abbatte sulla Ponte Milvio che vive di giorno

Lo stop ai grandi eventi pesa sui fatturati delle attività: soffrono i chioschi del Foro Italico, orfani anche degli studenti dello IUSM. Nel piazzale di Ponte Milvio mancano tifosi e lavoratori relegati allo smartworking

La movida non basta a salvare Ponte Milvio dalla crisi economica da Coronavirus. Se da una parte la vita notturna ha permesso a molti dei locali del piazzale, di via Flaminia e Cassia di non arrendersi a fatturati molto più risicati rispetto al passato, è la mancanza degli eventi a condannarne molti altri nei dintorni. 

Stop a calcio e concerti: al Foro Italico deserto la crisi dei chioschi

Lo stop a concerti, serie A, manifestazioni sportive come l’Europeo, gli Internazionali di tennis e il 6 Nazioni lascia tavolini vuoti e amaro in bocca agli esercenti. A soffrire di più i chioschi su Lungotevere Maresciallo Diaz, quelli proprio di fronte all’obelisco del Foro Italico. Bar e caffè che hanno visto sparire anche i dipendenti del Coni e del Ministero degli Esteri: con lo smartworking dei lavoratori “i tavoli a pranzo sono deserti” - raccontano da dietro il bancone. Non solo: li non ci sono più nemmeno gli studenti dell’Università del Foro Italico, quelli che studiano scienze motorie e sportive. 

“Qui registriamo perdite intorno al 70%. Siamo rimasti senza nulla: niente campionato di calcio, niente universitari o lavoratori, dei turisti incuriositi dai mosaici o dallo Stadio Olimpico nemmeno l’ombra. Eppure - racconta Rossella de Il Buongustaio2 - questo per noi doveva essere un periodo d’oro: archiviata la serie A, eravamo già proiettati sull’Europeo, il tennis, il rugby ma anche i concerti. Non c’è più nulla e qui la movida non arriva". Il bar è vuoto, il tavolino esterno utile solo alla barista per prendere una boccata d’aria.

La Ponte Milvio che vive di giorno resta senza calcio e concerti

Niente tifosi, soffre il bar River: "Di sette lavoratori, siamo rimasti in tre"

Non va meglio al River, il bar punto di riferimento dei tifosi giallorossi. “La zona è totalmente ferma: a pranzo non c’è più nessuno. Prima qui lavoravamo in sette, ora siamo rimasti in tre: gli altri sono tutti in cassa integrazione” - sottolinea Md Ali

Numeri che rappresentano bene il momento. All’ombra dell’obelisco la crisi si fa sentire. Non così acuta ma comunque importante la depressione del piazzale di Ponte Milvio, quello che vive di giorno. “Incassiamo la metà di quanto incassavamo prima. Durante l’emergenza siamo rimasti sempre aperti, ma abbiamo giusto passato il tempo: in giro non c’era nessuno. Ora un po’ ci solleva la movida ma non è mai il livello pre emergenza sanitaria” - dice Dario Pallotta, da dietro il vetro della tabaccheria. “Oltre al fatto che c’è stata tanta incertezza nelle comunicazioni nel pieno della pandemia, le misure del governo stanno facendo solo danni e su tutti i fronti: dal distanziamento da mantenere, ai dispositivi di cui dobbiamo dotare i nostri locali, ma anche - incalza Valerio Pallotta - lo stop a calcio, concerti ed eventi”. 

Ponte Milvio, tavolini distanziati e menù digitali: così riparte la piazza del “nun se po fa”

La salumeria storica di Ponte Milvio: "Senza tifosi grande crisi"

L’assenza del calcio si è fatta sentire sui conti anche di chi comunque è rimasto aperto durante il lockdown. La salumeria Gondi, a Ponte Milvio dal 1959, è tornata al passato: “In piena pandemia siamo stati riscoperti come attività di vicinato, utili per fare la spesa ma anche per le consegne a domicilio. Ora risentiamo parecchio l’assenza dei dipendenti che sono in telelavoro ma - sottolinea Luca Gondi - i grandi assenti sono i tifosi di calcio. Qui si vive soprattutto di quello”. 
 

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