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Ponte Milvio Flaminio / Piazzale di Ponte Milvio

Crollo Ponte Milvio, demolizione imminente: "Amministrazione offra prospettiva di sostegno"

L'ordinanza della Sindaca Raggi intima l'abbattimento, una settimana alla scadenza dei termini. Tolli: "Indagini e supporto a famiglie"; i residenti di via della Farnesina: "Da Campidoglio il nulla, apra tavolo"

Ad un mese dal parziale crollo della palazzina di via della Farnesina 5 e in seguito all'ordinanza della Sindaca Raggi con la quale il Campidoglio ha intimato la demolizione della stessa con urgenza, sembra ormai imminente l'abbattimento di quello stabile che, inclinato e pericolante, desta preoccupazioni e mina la sicurezza pubblica. 

Una demolizione che sarà a carico dei condomini con il Comune, qualora i proprietari non intervenissero nei tempi dettati, pronto ad attivare la procedura di esecuzione in danno. 

A chiedere all'Amministrazione di non esaurire il proprio compito con un'ordinanza e una doverosa richiesta di demolizione è Marco Tolli, responsabile delle politiche del territorio del PD di Roma che, in collaborazione con Federico Proietti e Marcello Morlacchi, ha voluto esprimere e scrivere alcune considerazioni in merito alla vicenda. 

PONTE MILVIO NON SOTTOVALUTARE RISCHI - "Presto saranno accertate la cause del cedimento, e conseguente crollo, di parte dell’immobile residenziale sito in Via della Farnesina, 5. Al di là dei risultati che ci forniranno i tecnici incaricati dalla Procura di Roma, probabilmente un coacervo di concause, non possiamo e non dobbiamo sottovalutare i rischi che nascono dall’incontro tra edilizia datata e di scarsa qualità  e un territorio, come quello di Ponte Milvio, caratterizzato da un sottosuolo che presenta molteplici criticità" - ha scritto Tolli invitando l'Amministrazione a concentrarsi su due aspetti fondamentali. 

INDAGINI GEOGNOSTICHE A PONTE MILVIO - Da una parte una seria  campagna di  indagini geognostiche al fine di valutare scientificamente le condizioni di sicurezza e mappare eventuali altri rischi: "Sulla base degli esiti andrebbe definito un piano di consolidamento del territorio e di adeguamento degli edifici" e dall'altra la ridefinizione della propria missione intrecciando il suo operato con i destini dei proprietari dell’immobile crollato. 

DEMOLIZIONE E PROSPETTIVA DI SOSTEGNO - "E’ evidente che occorre demolire e rimuovere i pericoli nel minor tempo possibile così come prescritto dall’ordinanza del Sindaco n. 85/2016. Non è tuttavia pensabile che Roma Capitale e Municipio XV esauriscano in questo modo la loro azione.  L’atto, di per se corretto sotto il profilo amministrativo e doveroso nei confronti di tutto coloro che per ragioni di sicurezza hanno lasciato le proprie case, ha il sapore di una presa di distanza netta con la vicenda, drammatica, di chi è chiamato a spendere grandi risorse per l’abbattimento della propria abitazione, e non offre una prospettiva di sostegno al superamento delle difficoltà che sono costretti a affrontare. Il Comune - ha sottolineao Tolli con Proietti e Morlacchi - potrebbe invece valutare la possibilità di intervenire per garantire forme di credito agevolato e coordinare un intervento di sostituzione edilizia, attraverso la demolizione e ricostruzione del fabbricato". 

LE NORME A SUPPORTO - A supporto di tale prospettiva le norme in vigore, legge regionale n. 21 del 2009 e Delibera dell’Assemblea capitolina 9/2012, che definiscono e procedure e i margini per immaginare una trasformazione che potrebbe ridurre sensibilmente i costi a carico dei proprietari. In particolare l’art. 4 della legge 21 stabilisce che per edifici plurifamiliari a destinazione residenziale superiori a 500 metri quadrati in stato di degrado, sia possibile l’ampliamento fino al 60 per cento, a condizione che venga mantenuto almeno il precedente numero di unità immobiliari in capo ai proprietari e nel rispetto delle distanze e delle altezze previste dalla legislazione vigente. "Parliamo di una misura pensata proprio a favorire l’adeguamento del patrimonio edilizio esistente alla normativa antisismica, il miglioramento della qualità architettonica e la sostenibilità energetico-ambientale del patrimonio stesso, secondo le tecniche, le disposizioni ed i principi della bioedilizia". 

CREDITO FORMA AGEVOLATA - "Nel caso di Ponte Milvio - ha tenuto a sottolineare l'ex consigliere del Ventesimo - il comune potrebbe coordinare i proprietari, garantire l’accesso al credito in forma agevolata e assumere la responsabilità delle procedure di selezione pubblica finalizzate ad individuare sul mercato operatori capaci di garantire qualità e costi più contenuti. Contestualmente potrebbe gettare le basi per un programma di rigenerazione del quartiere che si ponga l’obiettivo della messa in sicurezza e di una migliore vivibilità dello spazio pubblico". 

DECISIONI DA PRENDERE IN FRETTA - Decisioni che, secondo il Dem, dovranno essere prese in fretta "sapendo che l’intensità con la quale il Comune deciderà di essere presente in questa vicenda non sarà indifferente rispetto ai destini di chi ha perso la propria casa. Si tratta del ruolo del Campidoglio rispetto alla vita delle persone e Roma può fare di più. CoRAGGIo" - ha concluso l'esponente del Pd riprendendo lo slogan della campagna elettorale della Sindaca. 

IL COMMENTO DEI RESIDENTI - Considerazioni, quelle del dirigente del Pd di Roma, che hanno scatenato i commenti dell'Associazione Territorio Ponte Milvio - Farnesina, quella dei residenti rimasti senza casa: "Sì poteva fare molto di più. Molto prima. E molto meglio. In realtà si è fatto poco e niente. Ed in quel poco rientra l'ordinanza a demolire entro 15 giorni a nostre spese del sindaco" - hanno scritto da via della Farnesina sottolineando come per loro la soluzione migliore sia dell' apertura di un tavolo di concertazione tra Comune e cittadini "per appianare e sviluppare alternative al nulla di adesso".

Una proposta già avanzata negli scorsi giorni: "Ora vedremo se il Sindaco Raggi, l'Assessore al Bilancio Mazzillo e l'Assessore all'Urbanistica Berdini ritengono dare un segnale positivo socialmente, politicamente, urbanisticamente ed economicamente alla vicenda oppure continuare a lavarsene le mani definitivamente". 
 

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