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La Storta Via della Stazione di Cesano

Voragine Cesano, esclusa ipotesi bypass: "Aumenterebbe tempi e costi"

Il minisindaco Torquati ha spiegato perchè l'intervento in via della Stazione di Cesano non preveda il bypas stradale invocato dal centrodestra: "Soluzione da 60mila euro in più e 3 settimane di ritardo"

Cesano ancora ostaggio della voragine che si è aperta in via della Stazione lo scorso 12 maggio. La rottura di una conduttura ACEA ha infatti provocato uno svuotamento di 10 metri x 4, con profondità minima 4: una situazione sin da subito definita "complessa e delicata" vista anche la rottura in più punti della volta di un ponte sotterraneo che ha indebolito trasversalmente il tutto.

In queste settimane, con la strada ancora chiusa, concitato e frenetico il lavoro del Muncipio e del Dipartimento SIMU che realizzerà i lavori con lo scopo di donare al quartiere la regolare  viabilità. Nel frattempo lo 036 è stato deviato e avvicinato alla Stazione per agevolare la vita dei pendolari e degli utenti Atac.

Il centrodestra, con l'ex Assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Mocci in prima linea, chiede a gran voce la realizzazione di un bypass stradale per dare agli abitanti di Cesano una viabilità alternativa che non li costringa a dover fare decine di kilometri in più come accade ormai da un mese esatto. Obiettivo ridare respiro anche ai commercianti "messi in ginocchio" da tale situazione".

Sulla vicenda oggi il Presidente del Municipio XV, Daniele Torquati, ha voluto chiarire alcuni aspetti soprattutto spiegare perchè l'intervento progettato non prevede la realizzazione del bypass.

"I costi stimati dei lavori per la chiusura della voragine ammontano a 100 mila euro e la durata dell'intervento è di 8 settimane (a partire dal 29 maggio). La sola realizzazione del bypass comporterebbe un costo stimato di 60 mila euro e 2 settimane di tempo di lavori. Quindi realizzare un bypass significherebbe spendere complessivamente 160 mila euro allungando i tempi del cantiere della voragine complessivamente di 3 settimane" - ha spiegato il minisidaco ritenendo illogico 60 mila euro in più con un ritardo di 3 settimane sul cantiere per usufruire di un bypass per un mese e mezzo circa.

Un bypass che poi secondo il  numero uno di via Flaminia 872 non garantirebbe la risoluzione del problema: sarebbe infatti necessario un senso unico alternato, regolato da un semaforo, "che conseguentemente creerebbe file ed incolonnamenti, potendo oltretutto permettere il passaggio solo ad autovetture e motocicli e non a mezzi pesanti ed autobus, per almeno 2 settimane".

Smentita categoricamente l'esistenza di un passaggio interno tra la Scuola di Fanteria e l'Anas, negli spazi della Caserma Trieste, che avrebbe consentito il transito delle autovetture per raggiungere la stazione ferroviaria.

"Comprendiamo appieno il disagio, non solo dei cittadini, ma anche dei commercianti che - ha ricordato il minisindaco - già per 75 giorni nel 2008 e 51 giorni nel 2009, a causa di un abbassamento del ponte prima e di una rottura idrica poi hanno subito danni provocati dalla chiusura della strada".

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