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C'era una volta via de-Gradoli: i residenti e le trans a 2 anni dal caso Marrazzo

Viaggio in via Gradoli, la traversa della Cassia dove due anni fa scoppiò il caso Marrazzo. Molte trans sono andate via (ma non Natalie), anche se i rapporti con i residenti restano difficili. In via Biroli la nuova enclave trans

Oggi via Gradoli accoglie un nuovo inquilino. Elvio Di Caro, giovane logopedista per bambini, ha comprato casa al civico 96. Vivrà proprio sopra l'appartamento di Natalie, dove il 3 luglio 2009, secondo la procura di Roma, l'ex presidente della Regione Lazio venne sorpreso da due Carabinieri. La vicenda, oggetto di una spasmodica attenzione mediatica, è nota più o meno a tutti. Oggi la trans più famosa d'Italia abita ancora in zona, ma ha cambiato palazzina. Elvio, invece, è felice dell'investimento e, in attesa che terminino i lavori di ristrutturazione, ha già fatto conoscenza con alcuni suoi dirimpettai.

Via Gradoli intanto rimane sbarrata e, dopo il caso di due anni fa, all'inizio della strada è stato messo anche un cancello automatico. C'è un viavai di macchine continuo: italiani e soprattutto stranieri vanno e vengono a piedi e in automobile, dopo aver atteso per qualche secondo che la sbarra all'incrocio con la Cassia si sollevi e permetta l'accesso. Carlo Maria Mosco, presidente del comitato per via Gradoli nato subito dopo lo scoppio del caso Marrazzo, ammette soddisfatto che "qui non c'è più il problema trans". "Prima ce n'erano una quarantina - ricorda il signor Mosco -, e si mettevano addirittura in strada ad aspettare i clienti inscenando una sorta di carnevale di Rio, mentre oggi sono rimaste in tre-quattro".

In effetti, camminando oggi lungo la via a pochi passi dalle verdeggianti colline del Parco dell'Insugherata, non si avverte di certo un'atmosfera di caos. Piuttosto, tutto sembra disteso, con i raggi del sole novembrino che penetrano tra i palazzi medio-borghesi e appartati. Certo, al di là di ciò che appare in superficie, qualcosa di diverso avviene qualche metro più in basso, dove in cantine seminterrate vivono stipate famiglie sudamericane.

gradoli 2-4"Il comitato di noi residenti è importante perché fa capire che qui non è più terra di nessuno", dice fiero l'avvocato Mosco, anche se la tensione e gli attriti tra i residenti e le trans sono ancora palpabili. "Queste trans non hanno il permesso di soggiorno - lamenta una signora - e spesso, si sa, svolgono anche altre attività illecite. Come sono i miei rapporti con Natalie? Di normale e cordiale vicinato. Non ci ho mai parlato più di tanto, ci siamo scambiate il buongiorno a volte". Un'altra residente del civico 96 ci spiega le "difficoltà per me, che ho una bambina, di spiegarle il trambusto che c'è stato qui due anni fa", anche se, in fin dei conti "Natalie è quella che veste 'normale' rispetto alle altre".

Per un "problema" che sembra superato, un altro che persiste, a poche centinaia di metri. In via Carlo Pirzio Biroli, i transessuali occupano la strada ad ogni ora del giorno e della notte. Una specie di via Gradoli al cubo.

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