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VIDEO | "Curd curd guagliò", da Bazar la cucina napoletana incontra quella curda

Si avvicina il primo compleanno di Bazar, taverna curdo napoletana che nasce proprio dal principio dell’incontro tra popoli. Dove il cibo unisce ed accoglie

Qui non si parla solo di cucina. Ma anche di unione, condivisione, scambio, incontro tra popoli. Dove la cucina tradizionale napoletana, tra le più amate nel modo, incontra quella curda, che poco viene riconosciuta a livello internazionale malgrado raccolga una storia molto antica e incontro tra popoli. Tutto questo, e non solo, è il Bazar. La taverna curdo napoletana di Tor Pignattara aperta e gestita da quattro soci: Garip e Niso sono i cuochi, poi ci sono Rodi e Claudio.

Come nasce questa idea? Intanto dall’incontro tra Niso e Garip nel 2009 nel Kurdistan turco. Dopo una serie di esperienze e lotte condivise, fino ai territori occupati di Kobane, decidono di unire le forze e di iniziare un percorso comune: anni in cui si sono spesi per il sociale cucinando insieme per centri sociali, a favore dei popoli. “Fino a quando abbiamo iniziato a pensare a fare una cosa nostra”, dice Garip, 34 anni originario del Kurdistan.

“Ho lavorato per molti anni con i richiedenti asilo fino a capire che il sistema di accoglienza così com’è concepito mi fa schifo, questa forma di assistenzialismo non serve a nessuno - sottolinea Niso, napoletano ma romano d’adozione da più di 10 anni - credo che un progetto come questo sia concreto, lo scambio e la condivisione”.

Per Rodi, 33enne curdo, “Bazar è uno spazio di condivisione, dove siamo tutti compagni e amici, in cui ci si può confrontare sul mondo e la politica”. E l’anello di congiunzione è Claudio, birraio romano di 36 anni: “Questo per noi è il primo step di un discorso più ampio, un’esperienza di condivisione che speriamo possa essere d’esempio”

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