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Torpignattara Quadraro / Via di Tor Pignattara

Centro commerciale naturale a Tor Pignattara: "Sperperati 160 mila euro"

Il progetto finanziato dalla Regione Lazio a Tor Pignattara si è risolto in un nulla di fatto, o quasi. Fratelli d'Italia attacca la Giunta Palmieri: "Non ha vigilato sui fondi spesi"

Centosessanta mila euro di soldi pubblici. E’ quanto, secondo il consigliere Maurizio Politi (Fdi-An) è costato alla Regione Lazio il progetto per rilanciare il commercio nel Municipio V, attraverso la creazione di un "centro commerciale naturale" in via di Tor Pignattara. 

Un progetto, quello dei centri commerciali naturali, che risale al 2009, quando alla Presidenza della Regione siedeva Piero Marrazzo. Come riportato sul sito della Regione Lazio, l’ambizione era quella di riqualificare l’arredo urbano e rilanciare il settore artigianale: "Ogni municipio di Roma ammesso a contributo riceve dalla Regione 250 mila euro, ogni Comune 150 mila euro. Con queste risorse, gli enti locali - in accordo con i commercianti - finanziano interventi di promozione, eventi di shopping a prezzi scontati, interventi per migliorare l'arredo urbano, i trasporti e il verde pubblico nell'area di pertinenza del centro commerciale naturale".

A Tor Pignattara i 250 mila euro in arrivo dalla Regione avrebbero dovuto portare numerosi benefici quali il potenziamento dell'illuminazione pubblica e la riqualificazione dell'arredo urbano: la sistemazione delle aiuole, elementi identificativi, tabelle, pannelli e schermi LCD a scopo pubblicitario ma anche informativo. 

IL CONTENZIOSO - Molti di questi interventi sono però rimasti lettera morta. Colpa, a quanto sostiene il consigliere Politi, di un contenzioso con la ditta appaltatrice del bando, la Centro Servizi, che avrebbe chiesto ben 58 mila euro e rotti per l’installazione di tre Tv al plasma e una manciata di cartelli informativi. A quel punto, a sentire Politi, dopo che Fdi-An ha portato il caso in Commissione Trasparenza il Municipio si è tirato indietro, scegliendo di non pagare parte delle quote previste dal contratto. 

IL CONSIGLIO - Tutto fermo, insomma. Nell’ultima seduta di consiglio il Municipio V ha approvato un ordine del giorno n cui si impegna la Giunta a "svolgere un’attenta verifica dei fatti valutando la possibilità d’imporre al soggetto affidatario la corretta esecuzione dei lavori" e "nel caso di ulteriori inadempienze di escludere la suddetta ditta da incarichi futuri per conto del Municipio V". 

GLI SPRECHI - Secondo Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale parte dei fondi in arrivo dalla Regione sarebbero però stati già spesi, senza alcun beneficio tangibile. Politi parla di una cifra che si aggira sui 160 mila euro, di cui circa un terzo solo per la manutenzione del sito internet. "È sconcertante - scrive Politi - quanto accaduto nel corso del consiglio straordinario del V Municipio che avevamo richiesto per la verifica dei soldi spesi all’interno del ‘Centro Commerciale Naturale’ di via Torpignattara.

"Il presidente, la giunta e tutta la maggioranza di sinistra, messi alle strette dai noi e dai cittadini presenti in aula, hanno votato un ordine del giorno nel quale hanno ammesso la loro colpevolezza politica per la mancata vigilanza sullo sperpero di oltre 160 mila euro che sarebbero serviti per la riqualificazione del centro commerciale di Torpignattara". Soldi che invece potrebbe tornare alla Regione. 

FDI CHIEDE LE DIMISSIONI - Secondo Fdi-An ce n'è abbastanza per chiedere la sfiducia del Presidente Palmieri. "Durante il Consiglio - prosegue la nota - dove più volte i cittadini presenti hanno chiesto le dimissioni della giunta Municipale, grazie al lavoro che abbiamo svolto con la commissione trasparenza per fare chiarezza sulle fatture pagate dal nostro Municipio, siamo riusciti anche ad ottenere che le società responsabili dei lavori non siano più messe in condizione di lavorare nel nostro territorio e che vengano immediatamente valutate le possibilità per un risarcimento danni. Pretendiamo quindi dai responsabili politici di questo scempio che non si limitino alle loro pubbliche scuse, ma che smettano del tutto, per manifesta incapacità, di occuparsi del bene pubblico".

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