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Via Formia, residenti senza fogne e multati dal Comune: "Dire che lo meritiamo è un'eresia"

A parlare è il legale di alcuni abitanti, che chiedono una replica alle dichiarazioni dell'assessore Veglianti: "Chi non ha fatto il pozzo nero in alternativa si merita la multa? La legge lo vieta. Siamo di fronte a un paradosso"

Se non hanno provveduto alla realizzazione di pozzi neri o fosse asettiche è perché semplicemente la legge lo vieta. I residenti di via Formia, appoggiati da un legale, replicano a quanto dichiarato al nostro giornale dall'assessore ai Lavori Pubblici del municipio, Stefano Veglianti. 

Parliamo di decine e decine di famiglie, in attesa da 80 anni che l'amministrazione pubblica provveda a dotare le loro abitazioni di impianti fognari per scaricare i liquami, nel rispetto dell'ambiente e della legge. E che invece si vedono recapitare a casa cartelle esattoriali di Equitalia con multe salatissime, dai 6 ai 60mila euro. 

Secondo il decreto legislativo 152 del 2006 che disciplina la materia, le palazzine sono obbligate ad allacciarsi agli scarichi pubblici. Ma se gli scarichi pubblici non ci sono? E' il cittadino a pagare? Il paradosso è che sì, se non hai provveduto alla realizzazione per tuo conto di un sistema alternativo, tipo pozzo nero o fossa biologica, sei passibile di accertamenti e sanzioni. In via Formia non ci sono le fogne e i pozzi neri neppure. Le multe quindi dovrebbero essere sacrosante, ma la storia è più complessa.

Come l'intera area del Prenestino-Gordiani-Torpignattara, la piccola strada che sbuca in via dell'Acqua Bullicante poggia su un labirinto di cavità e gallerie. Gli amministratori non possono di fatto intervenire sulla rete fognaria se prima non viene effettuata un'operazione di consolidamento del sottosuolo che metta in sicurezza le abitazioni dal rischio idrogeologico.  Sono interventi costosi, con il governo Marino erano stati messi a bilancio 220 mila euro, cancellati a prescindere dalla caduta del sindaco. Idem con l'ex consiliatura di Alemanno, ferma a un progetto preliminare di AceaAto2 con valutazione di spesa di circa 770mila euro, mai stanziati. 

Così via Formia è rimasta senza fogne, e se il pubblico è impossibilitato a intervenire a causa del sottosuolo-groviera, lo stesso vale per i residenti che per legge dovrebbero provvedere alla realizzazione di sistemi alternativi per lo scarico. Anche se secondo quanto dichiarato da Veglianti, sarebbe corretto distinguere tra chi (la maggior parte) ha le fondamenta dell'abitazione che poggiano sul nulla e pertanto è realmente impossibilitato a un intervento, e chi invece, sostiene l'assessore, "merita la multa perché potrebbe far costruire un pozzo nero". E' a questo affermazione che i residenti chiedono di replicare. 

Le fosse asettiche sono obbligatorie "per gli scarichi di piccoli insediamenti, case sparse, insediamenti isolati e agglomerati urbani inferiori a 2.000 a.e. recapitanti in acque superficiali, sul suolo o negli strati superficiali del suolo". Caratteristiche nelle quali evidentemente non rientra nessuna zona urbanizzata di Roma. E infatti lo stesso Servizio Autorizzazioni Scarichi Idrici del Dipartimento Ambiente comunale fornisce agli abitanti la stessa risposta. L'unica soluzione plausibile dunque sono le fogne. "Una volta per tutte bisogna sgombrare il campo dall'idea che i privati abbiano potuto o possano fare da soli" ribadisce Alessandro Bracchini, un residente. "E che per questo alcuni meritino la sanzione". 

"Ad oggi, malgrado tutto, si assiste all'ennesimo paradosso - spiega poi l'avvocato - mentre Roma Capitale distoglie per l'ennesima volta i fondi, già esigui, per la messa in sicurezza delle cavità,  impedendo così la realizzazione dell'opera, lo stesso ente sanziona i cittadini per la mancata realizzazione dell'opera".

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