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Campi Rom fatiscenti e sovraffollati: Roma Est dimenticata dal piano nomadi

Il piano varato dal Campidoglio non è servito a migliorare le condizioni dei campi rom di via Salviati e via Gordiani che tra sporcizia e degrado sono diventati un ricettacolo di delinquenza e inquinamento ambientale

Pochi campi attrezzati in cambio dello smantellamento di centinaia di insediamenti abusivi. Queste le linee generali del piano nomadi varato dalla giunta Alemanno nel 2009 che prometteva di risolvere l’emergenza rom nella Capitale. Un programma ambizioso su cui il sindaco ha puntato molto e che tuttavia nel quartiere Prenestino, a cavallo tra gli ex municipi VI e VII, ha mostrato tutti i suoi limiti.

VIA SALVIATI: IL CAMPO ROM DIMENTICATO – Il campo rom di via Salviati non rientrava nei sette grandi campi previsti dal piano Alemanno, nè figura oggi tra le strutture da sgomberare benché, ci spiega l’ assessore all’ambiente nel municipio VII Alessandro Moriconi, il campo sia diventato ormai “un girone infernale”.

“Il piano nomadi prevedeva lo smantellamento dei campi abusivi – ci spiega Moriconi – ma qui l’amministrazione ha fatto finta di non vedere”. In realtà i campi di via Salviati sono di fatto due. Il primo, storico, è stato uno dei primi campi rom della Capitale e presenta condizioni tutto sommato dignitose e conta un centinaio di abitanti. La situazione critica è invece nel secondo, sviluppatosi successivamente a ridosso del primo e alla bell’e meglio. Qui i nomadi, più di duecento, vivono ammassati in tuguri fatiscenti e la situazione sanitaria è particolarmente delicata. Ma l’emergenza è anche sociale e di ordine pubblico. I residenti lamentano una situazione di totale anarchia tra campi rom che ostruiscono il passaggio, rifiuti in strada e aggressioni subite anche di giorno. Infine persiste il problema dei roghi appiccati dai nomadi che rendono l’aria tossica.

VIA GORDIANI: UN’ EMERGENZA DIMENTICATA -  Non troppo diversa è la situazione del campo di Via Gordiani 325 nell’ex municipio VI. Continue liti tra gruppi etnici diversi, controlli insufficienti all'ingresso del campo, sovraffollamento e scarse condizioni igieniche, le criticità lamentate dai residenti. Una situazione di disagio peggiorata notevolmente dopo lo sgombero del campo Casilino 900 quando circa cento nomadi si sono spostati proprio a via Gordiani e il numero dei residenti è aumentato da 150 a 250 unità.

Il presidente del VI municipio Giammarco Palmieri ha segnalato in varie occasioni le proprie preoccupazioni al sindaco Alemanno e all’assessore alle Politiche Sociali e attuatrice del piano nomadi, Sveva Belviso. L’ultima lettera lo scorso maggio: “Allora - ci spiega il mini sindaco - chiedemmo incontro alla Belviso su sollecitazione dei cittadini, dal momento in cui c’era stato un nuovo afflusso e i disagi erano aumentati. Ma dal Campidoglio nessuna risposta”. Un silenzio tanto più colpevole se i municipi vengono privati dei poteri per intervenire : “Finchè il servizio di controllo dipendeva da noi – conclude Palmieri - era relativamente semplice gestire entrate e uscite dalla struttura. Ora non abbiamo più nessuna responsabilità e neanche gli strumenti basilari per intervenire”.

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