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Ostia, sgomberati dalla pineta occupano ex scuola Gil: poi accolti dalla Caritas

Alcuni occupanti della pineta Acqua Rossa ieri hanno occupato l'ex Gil in Corso Duca di Genova prima di essere nuovamente sgomberati e poi accolti dalla Caritas il cui responsabile tuona: "Blitz di ieri incomprensibile"

Arrivano le prima conseguenze dello sgombero avvenuto ieri mattina nella pineta Acqua Rossa di Ostia. La zona, da anni, era ormai occupata da numerose famiglie nomadi. 

BARACCHE E AUTO - All'interno, le forze dell'ordine e le squadre Ama, hanno trovato 42 baracche e censite 85 persone. In ogni zona si potevano vedere armadietti, vestiario di ogni genere, passeggini, cavi elettrici, lavandini e addirittura un frigorifero. Quattro i veicoli trovati tra cui un furgone. I mezzi dell'Ama provvederanno nei prossimi giorni a concludere l'operazione di bonifica. 

OCCUPATO EX GIL - La giornata, concitata, però è continuato. Circa quaranta nomadi, tra cui 4 bambini, in cerca di un nuovo riparo di fortuna intorno all'ora di pranzo hanno quindi occupato un'ala della scuola chiusa ex Gil di corso Duca di Genova ad Ostia.

Sul posto sono intervenuti Polizia e Carabinieri e dopo alcune ore gli occupanti hanno deciso di lasciare, spontaneamente, l'edificio per poi trovare riparto alla Caritas.   

Ostia, sgombero nella pineta Acqua Rossa

SGOMBERO INCOMPRENSIBILE - Oggi Franco De Donno, responsabile Caritas Ostia, nella Chiesa di Santa Monica incontrerà il prefetto Domenico Vulpiani, commissario straordinario del X Municipio per un incontro precedentemente accordato sul tema dell'Idroscalo ma anche per parlare del blitz avvenuto ieri.

Uno sgombero "incomprensibile" secondo De Donno: "Rimane sempre più incomprensibile a Roma capitale del Giubileo della Misericordia, il ripetersi di azioni distruttive, senza alternative, nei confronti di persone che continuano a vivere ai margini della società perché rifiutati dalla stessa società nella quale vorrebbero integrarsi". 

"La Caritas di Ostia con la Caritas Diocesana di Roma - spiega in una nota - sta accompagnando da vari anni i senza dimora e i Rom con progetti alternativi di inclusione lavorativa e di autocostruzione senza mai aver avuto il tempo di completare il progetto con gli interlocutori naturali per la loro realizzazione: gli organi amministrativi comunali e municipali. Tuttavia tali organi amministrativi, nel loro modo miope di far politica, per ben 5 volte in tre anni non trovano soluzione migliore che abbattere, radendo al suolo, con le povere abitazioni-rifugio temporanee, anche la dignità delle persone. E' questa un'operazione non molto dissimile dal 'terrorismo' di questi giorni! Ogni sgombero costa alle casse del Comune dai 30.000 ai 50.000 euro con il risultato di indurre le persone, già nella illegalità per povertà, a compiere altre azioni illegali, sempre per povertà e per difesa della propria incolumità fisica! Si sta parlando, ipocritamente, di Piano Freddo! Ma che razza di Piano Freddo è quello di aggiungere altre persone sulle strade".

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