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Ripascimento con i pennelli. Il grido d'allarme nel mondo dello sport sul mare di Ostia

Assobalneari: "In tutte le spiagge del mondo gettano sabbia per avere sabbia. Ad Ostia scogli per avere sabbia"

In California, in Francia, in Spagna stanno togliendo i pennelli fissati nel mare negli anni 50’ per fare un ripascimento di sola sabbia con manutenzione annuale e si studiano progetti di reef artificiali che infrangano le onde a fini sportivi in un sistema ecosostenibile. 

"Ad Ostia, nel 2015, programmano di instaurare pennelli di scogliera ogni 500 metri nei quattro km che vanno dal Canal dei Pescatori alla spiaggia di Capocotta, opere rigide a forme di T larghe fino a 200 metri e lunghe dalla riva verso il largo di 240 metri, malgrado in tutto il mondo è ormai considerata un’operazione superata, non risolutiva al fine di contrastare l’erosione e dannosa per l’ambiente. Le ultime spiagge di sabbia presenti ad Ostia scompariranno innescando un processo erosivo anche all’interno della tenuta presidenziale di Capocotta", dichiara Assobalneari in un comunicato stampa.

Il mondo dello sport che si pratica sul mare di Roma ritiene "drammatica" l’operazione che si sta andando a compiere sul Litorale. La denuncia dei 50 stabilimenti balneari a cui si è u la comunità dei pescatori, più di 100 a firmare l’esposto, trova seguito nella voce delle scuole di vela e di surf, le quali raccontano la paura per il disastro sportivo annunciato. Lo racconta Stefano Pisano, Presidente Petti Rosso Sail Sd, affiliata alla Federazione Italiana Vela ed iscritta al Coni.

“Visti i precedenti, tutti i ripascimenti effettuati ad Ostia, e visto l’approccio per il resto delle spiagge del mondo esposte  ad erosione, il litorale romano risulta in totale controtendenza. Interventi fatti da ponente a levante non hanno mai  riscosso successo, salvo riempire la costa di scogli che rendono impraticabili le attività diportistiche e surfistiche in generale.  Invece il resto dei tratti di costa da me visitati delle località più famose al mondo per surf, vela sup etc,  - spiega Pisano - sono caratterizzati da  presenza di sabbia che viene sempre garantita ogni anno ed in modi economicamente ecosostenibili, diversi da quelli utilizzati sul Litorale romano che da anni stanno compromettendo la natura di queste spiagge, fonte di sviluppo di attività e discipline sportive”. 

Ottenere qualche metro di sabbia in più, ammesso che sia evidentemente realizzabile nel tempo e nel lungo termine con la posa degli otto pennelli, così come la Regione Lazio sta attuando con l’avallo del Municipio X, non porterebbe dunque il Lido di Roma alla soluzione anti-erosione e allo sviluppo delle discipline sportive che rendono vivo il Litorale anche nei mesi invernali. “Che senso ha investire 5 milioni di euro, forse per mettere una fila di lettini ed ombrelloni in più, se poi non si può godere del mare. Ostia è una città sul mare anche per lo sport”, continua. 

Possono essere portati alcuni esempi fallimentari quali il Litorale di Fiumicino, compreso  tra il vecchio Faro ed il fiume. L’Associazione, infatti, ospita presso le proprie sedi la divisione di Surf italiano la scuola di Ostia e di Fregene. Il responsabile di Ostia Giammaria Giuntoli, noto surfista locale, vede altresì con preoccupazione la pressochè totale sparizione del “beach break” ostiense. 

"L’onda su sabbia, onda adatta ai principianti che rappresentano in numero consistente di presenze sul mare sia in estate che in inverno, andrebbe a sparire. Attualmente , proprio per questo motivo, vengono praticate per il surf solo le spiagge di Ostia levante, perché la costa vicino al Porto Turistico è stata deturpata proprio dalla posa dei pennelli applicata dall’Ardis. Ostia ponente è dunque out, e presto anche dal Canale dei Pescatori in poi, verso la riserva del Presidente si ripercorrerà la stessa drammatica operazione. Ma sembra che solo sul Litorale romano non si faccia tesoro delle esperienze passate, rivendicando una continua e fallimentare sperimentazione", conclude la nota di Assobalneari.

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