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Mafia e concessioni a Ostia: ispezione nel X Municipio

Un articolo de 'La Repubblica' scoperchia il vaso. Il sindaco Ignazio Marino ha chiesto un'ispezione negli uffici del X Municipio. Tassone: "Lavoreremo per trasparenza e legalità dentro PA"

La bomba l'ha lanciata 'La Repubblica':  un microfono ha registrato la conversazione tra quattro uomini del clan Spada e membri del X Municipio (ex XIII). Una situazione grave, anzi gravissima.

Il racconto, a firma di Federica Angeli, è inquietante. Armando, cugino di Romoletto, mette piede nell'ufficio tecnico del parlamentino di Ostia. Nell'ordinanza che ha portato all'arresto di tre persone e all'individuazione della famiglia nomade degli Spada come uno dei sodalizi più forti del litorale, c'è un passaggio che spiega fino a che punto la politica abbia dato carta bianca alla criminalità.

Il 1 giugno 2012 un microfono installato all'interno dell'ufficio tecnico del Municipio intercetta una conversazione tra Armando Spada, Cosimo Appeso (un ex ufficiale della capitaneria di porto, considerato l'uomo ombra di Spada), il dirigente dell'ufficio tecnico Aldo Papalini e Alfredo Pollini, un altro funzionario comunale. La discussione è sulla spartizione degli arenili: Armando ha messo gli occhi sul chiosco un tempo appartenuto a Francesco Antonini e Giovanni Galleoni (Baficchio e Sorcanera).

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"Quello è l'unico lotto che non l'ha mai voluto nessuno, lo sai di chi era quello là, no? È de quelli che avemo ammazzato, gli ultimi" dice Spada a Papalini (si riferisce al chiosco La Baia, ndr). Armando ammette che dietro quell'esecuzione c'è la famiglia Spada, ma nessuno si scompone, come la Gip sottolinea a p. 27 dell'ordinanza: "All'impresa vantata, i presenti, incredibilmente non hanno avuto alcuna reazione". 

Armando, continua 'La Repubblica, chiede al dirigente Papalini di parlare con Mario (Mario Settimio Bellavista, ex capogruppo Pdl, con delega all'assegnazione dei lotti demaniali) e di dirgli "lì ce sta Armando, il 10 e l'1 (parla di due lotti, ndr) è cosa nostra. Digli: guarda, ce sta di mezzo Armando, il figlio di Vincenzo, tanto lui lo conosce bene papà".

Papalini, si legge nell'ordinanza firmata dal gip Cinzia Parasporo, "affermava che avrebbe riportato solo la cifra delle richieste e quindi Spada rispondeva, nell'ipotesi in cui Bellavista avesse detto "non se ne parla": "Eh vabbè, se non se ne parla, famo presto a fa... je lo brucio, cioè dico, 80mila euro sprecalli cò due euro (si ode una smorfia simulare il rumore di una fiammata)... eh, je brucio 80mila euro".

L'entrata dei clan nei piani alti è ben descritta e ci sono inchieste in atto. Dopo l'intercettazione ambientale il sindaco Ignazio Marino ha chiesto un'ispezione negli uffici del X Municipio. Dopo quel colloquio telefonico, scrive la Angeli, il municipio assegna ad Armando Spada l'appalto dei parcheggi sul litorale di Ponente e uno stabilimento balneare che, nel giro di 5 giorni viene tolto ai vecchi gestori e assegnato alla nuova società di cui fanno parte Spada, appunto, e Ferdinando Colloca candidato alle ultime elezioni con CasaPound Italia. "Faremo pulizia", ha garantito il neo presidente del X Andrea Tassone (Pd).

La società fa capo a tale Paolo Rossi ma quelle strisce blu fuori per cui il X Municipio stanzia 50mila euro (la ditta in questione non ha onorato il conto ndr) sono di Armando Spada. Lo sanno tutti. Giacomo Vizzani, ex presidente Pdl del XIII, interpellato da Repubblica, fa spallucce: "E che potevamo fare? Quella era una gara pubblica, Spada ha vinto il bando".

A luglio, però, le strisce blu vengono cancellate. Spada è, deluso, bussa ancora alla porta di Papalini chiedendo uno stabilimento balneare. Ed è già pronto con una società costituita ad hoc il 17 luglio, con un capitale sociale irrisorio, la Bluedream controllata dal genero di Armando al 60% e il restante 40 appartiene da Ferdinando Colloca. Papalini trova un cavillo e questo basta a revocare la concessione. Il 10 agosto al loro posto entrano Armando Spada e compagnia. Anche il Tar da ragione ai "nuovi" proprietari. 

La questione è grossa. Molto. A Ostia e dintorni si respira un'aria marcia. "Questo pomeriggio ho incontrato Ignazio Marino ed insieme abbiamo deciso di proseguire il percorso di normalizzazione all’insegna della trasparenza e della legalità. In tal senso, daremo un segnale forte di discontinuità con il passato. Il Municipio di Ostia e dell’entroterra tutto deve essere normalizzato. E’ da giorni che ci stiamo attivando per fare in modo che ciò avvenga nel più breve tempo possibile. Ci saranno grandi cambiamenti, per regolarizzare questo Municipio, che molto probabilmente regolare non è stato”. Dichiara in una nota il presidente del X Municipio di Roma Capitale, Andrea Tassone, a seguito dei gravissimi fatti emersi in queste ore, legati a possibili penetrazioni della malavita organizzata all’interno della pubblica amministrazione.

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