rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Ostia Acilia / Via di Acilia

LETTORI: Via di Acilia, un distributore sullla riserva naturale

Un lettore denuncia la costruzione di un distributore di benzina nei pressi della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano

"È alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti i pendolari della Via Cristoforo Colombo che mattina e sera si incolonnano lungo Via di Acilia, il cantiere per la costruzione di una nuova mega stazione di servizio, proprio nei pressi dell'incrocio di queste due strade. Ormai da diversi mesi decine di operai e mezzi sono all'opera per realizzare sbancamenti e imponenti strutture in cemento armato, che hanno ormai sostituito i prati e l'incantevole vista del litorale di cui si godeva.

Il particolare che forse sfugge agli occhi di chi transita in macchina è il piccolo cartello, un pò arruginito ma ancora in piedi, proprio nei pressi dell'entrata del cantiere. Su quel cartello c'è scritto "Riserva Naturale Statale del Litorale Romano". Forse il residuo di altri tempi? O effettivamente si stà costruendo un distributore di carburante in una riserva naturale? Il buon senso suggerirebbe la prima risposta, la (scarsa) fiducia nelle Amministrazioni la seconda.

Ad un controllo più approfondito, risulta proprio che la Commissione di Riserva, l'organo che regola e governa la Riserva Statale del Litorale Romano (istituita da un Decreto Ministeriale nel 1996 e comprendente tra l'altro la Pineta di Castelfusano) ha effettivamente autorizzato la costruzione di un distributore. Tra l'altro a meno di cento metri da un altro già esistente. In pieno territorio della Riserva.

Continuando a scavare, non sfuggono molti altri casi simili nel recente passato: parcheggi per un centro sportivo all'Axa, una rimessa per camper e barche alla Longarina, addirittura una piscina con annessi servizi a Malafede.

La domanda a questo punto sorge spontanea: come possono queste opere, che sconvolgono un patrimonio ambientale unico, una ricchezza inestimabile per gli abitanti del territorio, essere compatibili con i fini istituzionali di una Riserva Naturale? La stessa domanda che abbiamo formalmente posto alla Commissione di Riserva ed al Ministero dell'Ambiente. La risposta, dopo mesi di attesa, è arrivata: la Commissione di Riserva non è più 'competente in merito' e si rimanda per ogni eventuale chiarimento all'Ente Gestore. Come dire, ciò che è stato è stato, ce ne laviamo le mani.

Ci sembra importante riportare integralmente le finalità istitutive della Riserva (Articolo 3 del D. M. 29 marzo 1996) :

a) la conservazione delle caratteristiche ecologiche, florovegetazionali, faunistiche ed idrogeomorfologiche;
b) il restauro ambientale di ecosistemi degradati;
c) la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, monumentale e culturale, anche in riferimento al patrimonio storico architettonico di edilizia rurale minore;
d) la tutela dei valori paesistici;
e) la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio agricolo dell'area, promuovendo anche forme di ricerca finalizzate alla realizzazione di un sistema produttivo agro-ambientale a basso impatto;
f) la promozione di attività compatibili con la conservazione delle risorse naturali, con particolare riferimento all'agricoltura e al turismo naturalistico;
g) la realizzazione di programmi di studio e ricerca scientifica, con particolare riferimento ai caratteri peculiari del territorio;
h) la realizzazione di programmi di educazione ambientale.

Non si parla certo di rimessaggi, parcheggi e piscine. Tantomento di distributori di benzina. Opere che continuano impunemente ad essere autorizzate, in palese violazione di una Legge di Stato, con una frequenza in continuo aumento. Segno evidente di interessi e pressioni immobiliari e speculative sempre più forti, che rischiano di compromettere per sempre un patrimonio ambientale tutelato.

L'associazione CYCOM, tramite il suo portavoce F.Calderini, ha presentato formale denuncia al Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato. Si configurano gravi reati: dall'abuso ed omissione in atti d'ufficio, al falso ideologico in atto pubblico, al disastro ambientale. Ci si aspetta quantomeno che qualcuno paghi per i danni irreparabili causati.

Ciò che più lascia sconvolti è comunque come si possa devastare una ricchezza naturale nell'indifferenza dell'amministrazione locale, che oltre a non svolgere alcun controllo ha puntualmente ignorato tutte le segnalazioni ricevute in proposito. Alla faccia della proclamata ed acclamata decentralizzazione: se questa è la cura con cui il XIII Municipio, su cui si estende gran parte della Riserva, intende 'prendersi cura' del territorio, francamente meglio lasciar perdere."

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

LETTORI: Via di Acilia, un distributore sullla riserva naturale

RomaToday è in caricamento