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I ciclisti della Fao denunciano Roma Capitale e XIII Municipio

Il rappresentante di Cycom, presenta alla Procura della Repubblica una denuncia in merito alla mancata applicazione delle leggi di Stato in materia di ciclabilità

I membri di Cycom, associazione di ciclisti urbani della Fao, che ha l'obiettivo di promuovere e incentivare lo sviluppo della mobilità sostenibile a Roma, presenta una denuncia alla Procura della Repubblica nei confronti delle amministrazioni di Roma Capitale e del XIII Municipio, in merito alla mancata applicazione delle leggi di Stato in materia di ciclabilità in occasione dei cantieri per la manutenzione straordinaria del lungomare e di altre strade del XIII Municipio. La lettera che abbiamo ricevuto e firmata dal rappresentate Francesco Calderini è indirizzata all'attenzione di: Sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno; Assessore ai LL.PP., Fabrizio Ghera; Assessore all’Ambiente, Marco Visconti; Direttore del dipartimento Tutela Ambientale e del Verde, Tommaso Profeta;  Direttore del dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana, Umberto Petroselli; Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana - VII UO Grande Viabilità, Maurizio Viola; Presidenza Municipio XIII, Giacomo Vizzani; Assessore LL.PP. e Mobilità - Municipio XIII, Amerigo Olive; Dirigente U.O.T. Manutenzione Strade - XIII Municipio, Aldo Papalini; Comandante XIII Gruppo Polizia Municipale, Angelo Moretti; E p.c.Coordinamento Roma Ciclabile, Roberto Pallottini; OstiaInBiciXIII-FIAB, Paolo Bonucci; Ufficio Protocollo - X Dipartimento; Ufficio Protocollo - XIII Municipio e Ufficio Protocollo- XII Dipartimento.

Ecco di seguito la denuncia:

"Spett.li Amministrazioni di Roma Capitale,

da oltre 3 (tre) anni il sottoscritto si è attivato in prima persona ed in collaborazione con molte associazioni ciclistiche di Roma affinché si vedesse affermato quantomeno un principio di legalità nel modo in cui il governo della città affronta il tema della ciclabilitá. Durante questo periodo, il sottoscritto si è speso quotidianamente ed in maniera del tutto volontaristica perché le amministrazioni coinvolte sul tema della ciclabilitá recepissero e, soprattutto applicassero, le norme base sancite dal Codice della Strada, ed in particolare quanto imposto dalla legge di Stato n.366 del
19 ottobre 1998 in materia di sviluppo della mobilità ciclistica, che dispone tra l’altro specifiche modifiche alla legge n. 285/92 (Nuovo Codice della Strada). Ciò soprattutto in merito al reperimento dei fondi necessari (da cui l’obbligo di destinare, in misura non inferiore al 20%, i proventi delle sanzioni amministrative alla realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclabile) ed alle modalità di sviluppo della rete ciclabile (ogni strada di nuova costruzione o sottoposta ad interventi straordinari di manutenzione straordinari deve essere accompagnata dalla realizzazione di un percorso ciclabile adiacente, laddove previsto da piani pluriennali). Ebbene, il bilancio di tre anni spesi tra decine di comunicazioni, esposti, segnalazioni, incontri, tavoli tecnici e sopralluoghi è stato oggettivamente desolante e demotivante. Soprattutto per la semplice constatazione che aldilà di ogni problema tecnico od economico esiste un problema politico: la totale mancanza di una concreta volontà politica di realizzare una mobilità sostenibile, e tanto meno ciclabile, a Roma. Niente altro può spiegare il rifiuto sistematico di realizzare percorsi ciclabili in occasione di tutti gli interventi straordinari di manutenzione stradale (e quindi di dare applicazione ad un obbligo di legge), puntualmente e formalmente segnalati da tre anni a questa parte, dove questi avrebbero potuto concretizzarsi a costo zero, ma si scontravano magari con esigenze di ‘fluidificazione del traffico’, realizzazione di parcheggi per le auto, con il triste rimbalzo di competenze o, ancora peggio, con il totale disinteresse. Tutto ciò mentre nelle strade di Roma chi circola in bicicletta continua a morire, vittima della propria voglia di contribuire ad una città migliore e delle responsabilità delle amministrazioni che hanno scelto di disattendere la Legge. Fatto il bilancio di questa faticosa quanto desolante esperienza, non resta quindi altro che il dovere civico di riportare tutto ciò all’attenzione di chi vorrà affermare finalmente il primato della Legge sulla politica, identificare i responsabili ed impartire le opportune condanne. A questo proposito, si informano le Amministrazioni di Roma Capitale che il 4 Agosto 2011 è stata presentata una formale denuncia presso la Procura della Repubblica di Roma riguardo specifici episodi relativi ad Ostia ed al XIII Municipio, facilmente generalizzabili a tutta Roma, configurandosi reati di rifiuto in atti d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Si è anche certi che l’aver formalmente denunciato Roma Capitale contribuirà a costituire quantomeno una migliore coscienza ed una base giuridica sulla quale affrontare in maniera diversa l’individuazione delle responsabilità in occasione di qualunque disgrazia che certamente vedrà ancora tragiche vittime coloro che a fatica scelgono di muoversi in bicicletta in questa città: chi muore in bicicletta a Roma non sarà più vittima di una disgrazia, ma della firma di chi ha violato la Legge. Benché ormai disillusi di una qualunque volontà da parte delle amministrazioni di Roma Capitale, si resta sempre e comunque disponibili ad una sincera collaborazione. Con osservanza,

Francesco Calderini"

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