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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ostia

Ostia, il turismo che non c'è: crollo del settore alberghiero

Oltre mille posti letto cancellati in meno di un anno e mezzo. Entro l'anno chiuderà l'Airport Hotel

Si fa presto a parlare di turismo. Soprattutto ad Ostia e nel X Municipio. Le attività scarseggiano, l'offerta non è all'altezza e le strutture subiscono i danni della crisi. Solo pochi giorni fa è arrivato l'annuncio del gruppo Fezia di chiudere entro la fine dell'anno l’Airport Hotel con le sue 260 stanze e con relativo centro congressi.

L’iniziativa segue a un anno e mezzo la chiusura del Satellite Palace e dei suoi 520 posti letto. Un panorama che diventa ancora più tetri se si aggiunge la mancara riapertura dell’ex Enalc (264 letti) e dei continui punti interrogativi che aleggiano sul Country Village (5.000 posti) ancora esposto al rischio di un nuovo sequestro.

La chiusura dell’Airport è una notizia drammatica per questo territorio. Però Ostia, però, finora nessuno ha dimostrato una reale volontà di risolvere le criticità che ne impediscono la valorizzazione. Tanti altri hotel non godono di ottima salute. Anzi. L'Aran Hotel, a due passi dal Porto Turistico non è mai decollato mentre le altre strutture sul lungomare sono fatiscenti e poco frequentate. 

L’assessore capitolino al Turismo, Marta Leonori, sostiene che l’Enalc debba diventare un ostello della gioventù. Mentre in settimana la Confcommercio e la Federalberghi annunceranno l’avvio della scuola d’alta formazione professionale nella struttura. Un passo importante per creare i presupposti di una vera città turistica. Bisogna però correre ai ripari o quanto meno tappare la falla. La situazione è grave e l'idea di waterfront rimane una chimera lontana anni luce. 

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