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Ostia, varchi sul Lungomuro: Marino lancia l'ultimatum e i balneari ricorrono al Tar

Venerdì è stato presentato ricorso al Tar per motivi d'urgenza da parte dei balneari. Se gli stabilimenti non provvederanno, arriveranno le ruspe del Campidoglio come ha annunciato lo stesso sindaco ad Ostia

Pinetina, Mariposa, Marechiaro, Arca, Lido, La Rotonda, Venezia, Nuova e Vecchia Pineta. Sono questi, secondo le ultime indiscrezioni, gli stabilimenti interessati alla prossima apertura dei varchi al mare ad Ostia. Altre brecce sul Lungomuro che però fanno discutere. Anche perché nel caso di Pinetina, Nuova e Vecchia Pineta la spiaggia praticamente non esiste più. Venerdì, dopo una Giunta straordinaria tenutasi nella sede del X Municipio, il sindaco Ignazio Marino aveva annunciato l'arrivo di "esercito, armi lunghe e bulldozer" verso chi non si sarebbe messo in regola. 

RICORSO AL TAR - Un ultimatum di tre giorni. Nel contempo un'ordinanza fatta su indicazione del delgato al litorale Alfonso Sabella sta mettendo ulteriore pressione ai gestori degli stabilimenti. "Venerdì è stato presentato ricorso al Tar per motivi d'urgenza. Lunedì sera ci sarà un consiglio straordinario con tutti i balneari nel quale prenderemo atto delle decisione del Tar e ragioneremo sul da farsi", ha dichiarato Renato Papagni presidente di Federbalneari Italia e Assobalneari Roma.

"Non vogliamo far passare il cittadino da un varco di serie B, largo un metro e mezzo, pieno di tutto. Non vogliamo farli entrare dalla porta di servizio, ma da quella principale. L'unica legge che regolamenta è la 296 del 2006 per cui gli stabilimenti devono garantire l'accesso a mare durante la stagione balneare: noi l'abbiamo fatto anche d'inverno".

I RADICALI CHIEDONO RISPETTO DELLA LEGGE - "La soluzione per restituire ai cittadini il mare di Roma, quindi, non è aprire nuovi varchi, bensì far rispettare la legge che a Ostia, a differenza delle altre località costiere italiane, non vale". Così, lo riferisce una nota, il presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma, Riccardo Magi, e il segretario di Radicali Roma, Alessandro Capriccioli nel corso dell'iniziativa 'La primavera di Ostia'.

"Per restituire ai cittadini il mare di Roma non serve l'esercito, né misure straordinarie - hanno spiegato Magi e Capriccioli - ma basterebbe far rispettare la legge. Chiediamo di provvedere alla necessaria verifica del rispetto di tutte le concessioni, con il controllo puntuale delle relative planimetrie, disponendo la revoca immediata di quelle irregolari. Solo così sarà possibile riaffermare quel minimo di legalità indispensabile per poi iniziare a discutere anche del Piano di Utilizzo degli Arenili, il PUA, e del SUA, lo Strumento Urbanistico per gli Arenili, che così come è stato impostato non è funzionale al recupero della visibilità del mare e né al riequilibrio tra spiagge libere e spiagge in concessione".  

L'APPOGGIO DI SEL - Sinistra Ecologia e Libertà del X Municipio, invece, accoglie con favore le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Marino relativamente all'apertura dei varchi per garantire il libero e gratuito accesso al mare. "Il nostro litorale per troppi anni è rimasto imprigionato, sequestrato, in una cortina di cemento che ha garantito enormi profitti ai soliti noti e favorito gli investimenti della criminalità organizzata. Liberare il mare di Roma è per noi una priorità assoluta perchè solamente con l'abbattimento del "lungomuro", e il conseguente ripristino della legalità, si potrà abbattere questo modello di sottosviluppo scellerato che ha arricchito enormemente i soliti noti ed ha letteralmente ucciso la vocazione turistica del nostro territorio", commenta in una nota Sel che solo pochi giorni fa aveva attaccato il Pd e la "mala gestione del problema Ostia".

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