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Le musiche di Cerrone e Korvitz al festival "Palestrina attraverso i secoli"

Il prossimo 10 novembre va in scena la grande musica con l’esibizione in anteprima mondiale delle opere dei due maestri

È uno degli eventi clou del festival “Il Palestrina attraverso i secoli”, un appuntamento unico e irripetibile a cui guarda con grande interesse e partecipazione tutto il mondo accademico. Il prossimo 10 novembre a Palestrina, in provincia di Roma, va in scena la grande musica con l’esibizione in anteprima mondiale delle opere di Christopher Cerrone e Tonu Korvitz, i due compositori di fama internazionale che hanno offerto la propria opera a servizio di questa rassegna dedicata al “principe della musica”. L’appuntamento è alle ore 21 al cinema teatro Principe, una serata esclusiva all’insegna della “contaminazione”, uno dei temi predominanti di questa manifestazione finanziata dal Mibact nell’ambito del programma di “salvaguardia del patrimonio musicale tradizionale”. 

La prima volta insieme

Sarà la prima volta in cui le due “superstar” della musica classica si misureranno con linguaggi diversi come il jazz, ma sarà anche la prima in assoluta per Korvitz e Cerrone come “sperimentatori” dell’opera del Palestrina, un’operazione mai realizzata prima in Italia. "Quando abbiamo contattato Cerrone e Kõrvitz - spiega il maestro Mario Caporilli, direttore della sezione contaminazione del festival “Il Palestrina attraverso i secoli” - erano entrambi entusiasti e affascinati dall’idea di confrontarsi con un loro grande maestro. È un grande privilegio accogliere le musiche di questi due grandi artisti contemporanei, che renderanno sicuro onore a Pierluigi da Palestrina che rappresenta di per sé l’innovazione e la contaminazione nel senso più largo del termine".

Chi sono

Christopher Cerrone è un compositore riconosciuto per le sue produzioni in tutto il mondo che vanno dall’opera all’orchestra, dalla musica da camera all’elettronica. Finalista del premio Pulitzer 2014, ha vinto il Premio di Roma 2015 . La sua musica verrà eseguita anche quest’anno dalla Orquesta Sinfónica del Principato delle Asturie, dall’Orchestra Sinfonica del Mississippi e dal Festival MITO di Torino e Milano. 

Tonu Kõrvitz è una stella della musica contemporanea estone. Oltre agli incantesimi sciamanici di Veljo Tormis, le esplosioni energetiche di Erkki-Sven Tüür e le contemplazioni religiose di Arvo Pärt, il mondo sonoro di Kõrvits si distingue come estremamente poetico, pieno di fantasie visionarie. 

I due compositori hanno scritto per il festival del Palestrina alcuni brani che saranno eseguiti dall’Orchestra Operaia, il laboratorio sperimentale diretto dal maestro Massimo Nunzi composto da “operai” musicisti professionisti. Spirito dell’Orchestra è proporre il modello per una “società perfetta”, dove tutti lavorano per il bene comune e guadagnano equanimemente. 

Un'emozione unica

"Sarà un’emozione unica interpretare i brani prodotti da queste stelle della musica mondiale - dichiara Massimo Nunzi, direttore dell’orchestra operaia. È un privilegio concesso alla nostra orchestra, ma è soprattutto un riconoscimento prestigioso per questa manifestazione che celebra la figura del Palestrina, uno dei più grandi geni e innovatori di sempre, forse ancora troppo lontano e poco conosciuto dal grande pubblico. La serata di venerdì 10 rappresenta una grande occasione per assistere da vicino alle composizioni di due grandi artisti contemporanei che ancora oggi traggono ispirazione  dalla creazione del principe della musica". Ad aprire la serata di venerdì 10 novembre sarà il coro Schola Cantorum A. Belli che proporrà “Little jazz mass” di Bob Chilcott, evoluzione raffinata ed insieme selvaggia dello spirito del blues.  Poi toccherà all’Orchestra Operaia, che porterà sulla scena del teatro Principe anche i brani di Leonardo Radicchi e Manlio Maresca, rispettivamente sassofonista e chitarrista di fama nazionale. 

La serata di venerdì è solo una delle tante tappe di questo lungo viaggio con la musica di Pierluigi attraverso i secoli, manifestazione eclettica, che supera i “confini classici”, le divisioni di genere e linguaggio, per far conoscere a tutti l’opera del Palestrina e della magnifica scuola romana.

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