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Stelle cadenti nel municipio XII: la rabbia di Stefano Vignaroli contro la disastrosa giunta Crescimanno

Stanco di parare gli errori della "sua" minisindaca si sfoga con gli attivisti dissidenti

Il clima è teso al punto da aver fatto perdere la pazienza anche ai vertici. Nel XII municipio, a guida grillina, non ci sono solo lotte intestine nella maggioranza e stracci che volano tra consiglieri e attivisti. A narrare di un'amministrazione che cammina da tempo sul filo del rasoio, c'è la rabbia del deputato del Movimento Cinque Stelle Stefano Vignaroli, su tutte le furie contro il governo della presidente Silvia Crescimanno.    

Cresciuto nel quartiere Massimina, garante dei pentastellati in quella porzione di Roma ovest dove ha potuto contare su un consistente bacino di voti, non riesce più a parare gli errori madornali della "sua" minisindaca. Dal caso del conflitto di interessi che ha investito mesi fa il consigliere Massimo Di Camillo, all'asilo nido di via Aquilanti aperto in fretta e furia a settembre e oggi con i riscaldamenti rotti da più di un mese, dai continui attriti interni che hanno quasi azzerato i lavori d'aula, al consiglio "salva Tassini" per il grillino trasferito alle isole Canarie, la misura è decisamente colma. 

Secondo quanto appreso e ricostruito da RomaToday tramite diverse fonti interne al Movimento, il deputato si è ampiamente sfogato con gli attivisti - in guerra con l'amministrazione Crescimanno - lamentando la perdita di consensi sul territorio, percepita nelle rimostranze dei suoi elettori e nell'impossibilità reale di farsi vedere nei quartieri senza essere sommerso di contestazioni. E se in un primo momento, per salvare la faccia, difendeva Crescimanno e i suoi, ne ha sopportate troppe per continuare a mettere in gioco la propria reputazione. Racconta di una totale mancanza di collaborazione, di inutili tentativi di lavorare a braccetto per il bene del territorio, di essere stato tradito da persone che pensava fidate, andandosi così ad aggiungere alla lista dei cittadini delusi. E arrivando ad ammettere che i Cinque Stelle del municipio XII non li voterebbe più nemmeno lui. Ma lo scontro con la presidente e il suo entourage viene da lontano, e lo accomuna a consiglieri malpancisti e attivisti dissidenti che puntellano la giovane minisindaca fin dalla sua candidatura. 

Trentadue anni, cresciuta come consigliera di opposizione all'ombra del marito - consigliere comunale dal 2016 - Daniele Diaco, e fortemente voluta dall'ex aspirante sindaco Luca Marsico, oggi nella corrente di Roberta Lombardi, può contare fin da subito su un mini "cerchio magico" destinato presto a stringersi fino a lasciarla quasi sola e costantemente sotto tiro del fuoco amico. 

Vicino a lei, in un anno e mezzo, sono rimasti i consiglieri Antonella D'Angeli, Massimo Di Camillo e Francesco Tesse. E il suo alter ego, quasi una presidente ombra, l'assessore alla Scuola Fabiana Tomassi. L'hanno invece "abbandonata" per aperte divergenze con una gestione accentratrice e poco partecipata, Francesca Grosseto (ora in FdI) e Anna Maria Gabrielli (ex presidente della commissione Politiche Sociali dimessa). Mentre con il trascorrere dei mesi, e sostanzialmente per le stesse ragioni, si sono inaspriti i rapporti con la restante maggioranza. Perché le poche decisioni vengono prese in giunta, senza consultarsi con i consiglieri e chi è contrario non ha margine di manovra. In testa  ai "ribelli" Francesca Benevento, ormai in aperto conflitto con la giunta Crescimanno tanto che sarebbero in diversi a ipotizzarne l'espulsione dal Movimento in un futuro non lontano. Le dichiarazioni rilasciate in un'intervista a Repubblica pesano come macigni: "Si va avanti per far passare il tempo e per spartire le poltrone".

Insomma, i mal di pancia in via Fabiola proseguono immutati e le conseguenze sul territorio sono riscontrabili tra i cittadini. Ma adesso lo scontento si sposta anche alla Camera. L'immobilismo regna tra Monteverde e Massimina, i residenti non ne possono più, e a pochi mesi dalle elezioni politiche Stefano Vignaroli trae le tristi somme e si confessa, pronto come tanti a scaricare, anche lui, la minisindaca.

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