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Sportello antiviolenza, Medici: "In IV Municipio maschilismo clientelare"

Sandro Medici definisce "ridicolmente reazionaria" la scelta della Giunta Bonelli di affidare lo sportello di via Fracchia ad un'associazione che non avrebbe i requisiti richiesti dalla legge

La questione dello sportello antiviolenza sulle donne, visto il tema generale e sentito, ha scatenato critiche anche oltre i confini del IV Municipio. A scagliarsi contro la scelta della Giunta Bonelli di affidare il servizio ad un’associazione che – come denunciato dalla Donne in Genere Onlus – non avrebbe i requisiti dettati dalle leggi regionali e nazionali, è stato Sandro Medici, Presidente del X Municipio e candidato a Sindaco di Roma.


“Quando si è dominati da impulsi ideologici si finisce per scivolare nei pregiudizi e nell’intolleranza, oltreché dimostrare la propria imperizia amministrativa” - così  Medici, che non ha esitato a definire “ridicolmente reazionaria” la scelta di Piazza Sempione.

“Se contro la giunta Alemanno non ho mai esitato a polemizzare – aggiunge il minisindaco del X – nei confronti dei colleghi presidenti di Municipio ho sempre nutrito rispetto e comprensione; ma nel caso dello sportello, assegnato senza bando o evidenza pubblica a un soggetto sconosciuto ai più che sembra si occupi di mediazione familiare e non di violenza contro le donne, siamo di fronte a un’intollerabile lesione dei più elementari criteri che presiedono questo tipo di servizi sociali”.

“Non solo la legge regionale impone che centri e sportelli anti-violenza siano gestiti da operatrici e non da operatori – continua – ma quel che va soprattutto garantito in questa delicata attività è l’impronta culturale e politica di genere, e non generiche consulenze di natura psicologica o legale. Si resta sbalorditi di fronte a tanta spudoratezza maschilista – conclude Medici – laddove si dovrebbe al contrario assicurare professionalità, sensibilità, direi garbo nell’accoglienza e nel sostegno, quell’insieme insomma di qualità e sentimento che solo operatrici donne sono in grado di offrire”.

Intanto nello scorso consiglio municipale dedicato alla vicenda, la maggioranza ha votato un dispositivo in cui si impegnano il Presidente e la Giunta a mantenere il servizio, riconoscendo formalmente la diversità dello sportello d’ascolto per le donne da un centro antiviolenza e dalle attività delle associazioni impiegate nel settore, è stato approvato dalla maggioranza.

Sul documento l’opposizione ha richiesto alle sedi opportune una verifica di legittimità, l’atto – secondo gli esponenti del centrosinistra - sarebbe infatti privo di almeno uno degli elementi essenziali e potrebbe dunque essere dichiarato nullo.

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