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Sportello antiviolenza: nessuna sospensione, ma l'atto potrebbe essere nullo

Nessuna sospensione e nessun bando per lo sportello di via Fracchia. L'opposzione e l'Associazione Donne in Genere annunciano battaglia

Il tanto atteso Consiglio sullo sportello antiviolenza di via Fracchia, in IV Municipio, non ha ottenuto per coloro che chiedevano la sospensione del servizio e la messa a bando dello spazio, l’epilogo voluto.


A sollevare alcuni giorni fa i dubbi sulla bontà della scelta di Piazza Sempione di affidare il servizio allo studio E.L.P.S, ritenuto privo dei requisiti richiesti dalle normative nazionali e regionali in materia, era stata la Donne in Genere Onlus, presente da oltre 15 anni nel Roma Montesacro con uno sportello analogo.


L’associazione affidataria non avrebbe infatti come scopo essenziale la lotta alla violenza contro le donne e non sarebbe dotata di personale formato in maniera adeguata che, come richiesto dalla L.R. del Lazio n. 64 del 1993, deve essere tutto femminile: “Al contrario – spiega la Donne in Genere - essa si pone dichiaratamente in un’ottica di ‘tutela delle persone […] e sostegno della famiglia con pratiche di mediazione’. Tutto ciò – sottolineano dal Centro Donna L.I.S.A. - viola le direttive del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che prevede per i servizi antiviolenza, pubblici e privati, di non applicare le tecniche di mediazione familiare quale strumento di contrasto alla violenza verso le donne nei casi in cui venga acclarata la violenza di genere in famiglia.”

Nel Consiglio di ieri, mentre le opposizioni e numerose donne intervenute nella sede di Piazza Sempione chiedevano la sospensione del servizio e la messa a bando dello sportello, la maggioranza con un emendamento ha provveduto a cambiare il dispositivo, mutando l’intestazione del servizio da centro antiviolenza a sportello d’ascolto. “Cambia solamente la dicitura – hanno detto alcune donne nel pubblico – ma non la natura del servizio che deve rispettare le stesse norme”.

consiglio piazza sempione-2Contrariata da tale atto, l’opposizione ha allora adottato un escamotage tecnico chiedendo di votare la mozione in parti separate, dividendo le premesse dal dispositivo. Le prime sono state bocciate mentre l’impegno per il Presidente e la Giunta a mantenere il servizio, riconoscendo formalmente la diversità dello sportello d’ascolto per le donne da un centro antiviolenza e – si legge nel documento - dalle attività delle associazioni impiegate nel settore, è stato approvato dalla maggioranza.

“E’ vergognoso che abbiano aperto uno sportello senza verificare le normative in materia, senza tener conto che sul territorio da ormai 15 anni il servizio è reso dal Centro Donna L.I.S.A, ed è incredibile che per l’affido non sia stato promosso un bando pubblico. Con tale operazione si rischia di fare qualcosa di dannoso e di procurare del male a chi male lo ha già subito – questo il commento di Riccardo Corbucci del PD che ha gettato ombre sulla legittimità dell’atto votato.

Il documento votato da Piazza Sempione potrebbe infatti essere dichiarato nelle sedi opportune addirittura nullo, sarebbe infatti privo almeno di uno degli elementi essenziali che determinano la validità degli atti della Pubblica Amministrazione. Sulla vicenda l’opposizione, i membri della Donne in Genere Onlus ed anche il candidato alle primarie del centrosinistra per il Sindaco di Roma, Gemma Azuni, presente all’Assemblea di ieri, hanno annunciato una dura battaglia affinchè venga fatta chiarezza.


L’associazione Donne in genere onlus ha fatto sapere di avere intenzione di continuare nella sua azione di denuncia, rivolgendosi alle autorità superiori competenti, informando anche la cittadinanza del territorio e in particolare i media “affinché – si legge nella nota diramata - rivolgano poi la loro attenzione a quanto si decide concretamente contro le donne, ignorando indicazioni e leggi nella convinzione della loro onnipotenza maschile”.

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