rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Montesacro Montesacro / Piazza Sempione, 15

Cade il Municipio III: Giunta Capoccioni a casa tra urla e insulti

Dissidi interni e malumori: cade il governo grillino di Montesacro

Cade il Municipio III. Il governo grillino della minisindaca Capoccioni è stato sfiduciato dall'Aula. Una seduta lunga e partecipata quella di Piazza Sempione con attivisti 5 Stelle e simpatizzanti degli altri partiti ad applaudire e scandire slogan in favore dell'uno o dell'altro schieramento.

"Traditori, traditori" - il coro riservato agli ex grillini "dissidenti" passati tra le fila dell'opposizione, "a casa, a casa" - l'invito di parte della folla rivolto alla Giunta.

Cade il governo del Municipio III: la Giunta Capoccioni

Il verdetto finale è quello più scontato: i 13 consiglieri delle opposizioni, divenuti maggioranza in Aula, hanno confermato compattezza e intenzioni decretando la fine prematura della presidenza Capoccioni a Montesacro. Nulla hanno potuto i 12 portavoce "superstiti" tra gli scranni grillini. 

Una consiliatura indebolita da fratture interne

Una consiliatura indebolita dalle molteplici fratture interne al M5s di Montesacro e crollata sulle macerie di una maggioranza che, in poco più di un anno e mezzo, mai coesa, ha perso pezzi e cariche istituzionali. Acredini, antipatie e malumori tutti usciti fuori nell'ultima seduta dell'era Capoccioni durante la quale non sono mancati insulti e attacchi personali. 

Una crisi che viene da lontano

Una crisi, quella della Giunta della prima presidente donna del Municipio III, che viene da lontano. Nel giugno 2016 sono stati 53mila i voti che hanno fatto salire la minisindaca al governo del Montesacro: 63% delle preferenze e oltre 22mila voti di scarto sul presidente uscente Paolo Marchionne (Pd), che pure dal primo turno era uscito con un vantaggio di 3 punti percentuali e circa 3mila voti. 

La fronda grillina nel M5s di Montesacro

Per il M5s di Piazza Sempione, sebbene accolto da un bagno di folla, un insediamento sin da subito difficile tra guerre intestine e malumori.  Prima la "fronda" di parte della base montesacrina scontenta per quelle nomine "politicamente inopportune" in Giunta

Ex rutelliani e familiari in Giunta

Bersagli della lettera dei "dissidenti", con la richiesta di dimissioni immediate, l'assessore all'Ambiente, Domenico D'Orazio, nel 2007 candidato con la Lista Civica Rutelli e nel 2013 in una civica a supporto del centrosinistra e non del M5s; e l'assessora alla Sicurezza, Giovanna Tadonio, compagna del presidente dell'Assemblea Capitolina e "mister preferenze", Marcello De Vito. 

Via due assessori dalla Giunta Capoccioni

Poi due cambi tra le fila della Giunta: uno obbligato, l'altro intriso di polemiche e recriminazioni. A salutare la squadra di governo Capoccioni l'assessora ai Lavori Pubblici, Patrizia Brescia, nominata nell'agosto del 2016 e revocata, in totale rottura con la minisindaca, a novembre dello stesso anno.

Nel marzo del 2017 l'addio del vicepresidente del Municipio e assessore al Sociale, Giuseppe Sartiano, che ha preferito svolgere le funzioni di Giudice Onorario del Tribunale dei Minori di Roma. Al loro posto Annalisa Contini e Roberto Salviani. 

Maggioranza litigiosa e mediazioni fallite

Dalle fratture in Giunta alle vere e proprie spaccature tra gli scranni della maggioranza: sullo sfondo il mai sopito scontro tra la Presidente e la consigliera "dissidente" Francesca Burri. Urla, accuse, una querela nei confronti della minisindaca (poi archiviata) e le mediazioni dei "big" fallite: un buco nell'acqua la riunione segreta in Campidoglio con la Sindaca Raggi, tenuta debole anche dopo la visita a Piazza Sempione di De Vito

L'esodo dei consiglieri grillini dal M5s di Montesacro

Uno sgretolamento progressivo che ha lasciato il M5s di Montesacro senza numeri. Fuori dal Movimento prima la consigliera Donatella Geretto, passata a FdI, poi i tre portavoce "dissidenti": Burri, Digiacinti e Scamarcia passati al Gruppo Misto.

Maggioranza Capoccioni senza più numeri 

Quattro addii a segnare profondamente lo scacchiere del parlamentino di Montesacro e l'esito delle votazioni: dopo le defezioni 12 i consiglieri del Movimento, 13 quelli delle opposizioni. Da li atti dell'ex maggioranza bocciati e presidenza dell'Aula persa: a dimettersi, in rotta con i suoi dopo l'approvazione del Bilancio, ma in piena crisi di numeri, l'ex presidente del Consiglio Mario Novelli. Carica passata a Vincenzo Di Giamberardino di Fratelli d'Italia, eletto anche con i voti del Pd. 

La mozione di sfiducia

Di recente l'accordo tra le opposizioni e la presentazione della mozione di sfiducia per la spallata finale alla Giunta Capoccioni in questi ultimi giorni impegnata, come una sorta di canto del cigno, in un tour de force di annunci su "obiettivi raggiunti" e inaugurazioni che però non l'hanno salvata dal tracollo. 

Finisce così, dopo appena un anno e mezzo, l'esperienza del governo grillino a Montesacro: buttato giù da "dissidenti" e opposizioni complici l'un l'altra.

"Questa amministrazione in un anno e mezzo ha fatto molto più di tante consiliature precedenti. La sfiducia in questo caso è solo un atto politico ed è pura campagna elettorale. Una decisione che va contro la volontà degli elettori. Mentre a Piazza Sempione urlano sfiducia, nel bar dietro l'angolo - ha detto la minisindaca nel suo intervento - mi chiedevano di trovare escamotage per non far cadere il Municipio. Noi andiamo a casa a testa alta perchè - ha concluso Capoccioni - siamo fieri di quello che abbiamo fatto".

Con la minisindaca e il Consiglio di Piazza Sempione tramonta il secondo territorio romano a guida Cinque Stelle e, a pochi giorni dal voto delle Regionali, cade il feudo per eccellenza di Roberta Lombardi: montesacrina DOC e main sponsor della minisindaca Capoccioni, già sua assistente parlamentare. Chissà se la bufera di Piazza Sempione si farà sentire anche a La Pisana. 

 


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cade il Municipio III: Giunta Capoccioni a casa tra urla e insulti

RomaToday è in caricamento