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Montesacro Montesacro / Piazza Sempione, 15

Le "teste" di due assessori ai dissidenti: lo scambio fallito dei 5s per salvare il feudo di Lombardi

Il tentativo per convincere consiglieri a non votare mozione. La minisindaca: "Opposizioni urlavano sfiducia ma chiedevano escamotage per non far cadere Municipio"

Il governo grillino del Municipio III è stato sfiduciato: dissidi interni e malumori hanno sgretolato il M5s del Montesacro e affondato il feudo di Roberta Lombardi, la candidata Cinque Stelle alla Regione Lazio

Una maggioranza spaccata e litigiosa sin da subito, inquietudini forse inizialmente sottovalutate dal MoVimento: un buco nell'acqua la mediazione tra "dissidenti" e presidente tentata ad aprile dalla Sindaca Raggi, con l'incontro segreto in Campidoglio finito tra urla e insulti. Poi, per mesi, il nulla: i grillini di Montesacro sono stati lasciati in balia del vento fino alla bufera. Cambi di casacca e fughe verso il Gruppo Misto, in rottura con la minisindaca e con i colleghi, hanno trasformato la maggioranza Capoccioni in minoranza. 

Una crisi diventata "nera" proprio a poche settimane dalle elezioni del 4 marzo, un tracollo che il MoVimento, sul fil di lana, ha cercato di evitare in tutti i modi per non compromettere la corsa dei suoi candidati. All'ombra di Piazza Sempione le manovre per tentare di ricucire lo strappo tra "dissidenti" e minisindaca, tra la "fronda" grillina, portavoce superstiti e Giunta. 

Tra i mediatori, preoccupata per il "danno" che la sfiducia le avrebbe arrecato in termini di voti, la candidata del M5s alla Camera, Claudia Giachetti. In base a quanto si apprende da più voci a Piazza Sempione, la funzionaria dell'Agenzia delle Dogane avrebbe incontrato alcuni dei tredici esponenti chiedendo loro di rinunciare alla sfiducia, non presentandosi in Aula. 

Sul piatto dello scambio, proposto soprattutto ai "dissidenti", le teste di due assessori della Giunta Capoccioni: quella di Domenico D'Orazio, delegato all'Ambiente, e di Gilberto Kalenda con delega alla Scuola. Un passo forzatamente indietro dei due per appianare dissapori e volontà di scontro. Tentativo fallito, così come quello di aggancio ad altri consiglieri. A non volere il tracollo del Municipio III non solo il M5s, ma anche di Lista Marchini. 

Non solo. Secondo quanto riportato proprio dalla minisindaca in Aula, anche alcuni membri della stessa opposizione "mentre a Piazza Sempione urlavano sfiducia sfiducia, nel bar dietro l'angolo" le avrebbero chiesto di "trovare un escamotage per non far cadere il Municipio"

Insomma un epilogo che più di qualcuno avrebbe evitato volentieri. Da una parte il M5s per schivare il crollo della roccaforte di Lombardi, proprio alla vigilia delle Regionali, e la seconda disfatta in appena un anno e mezzo di governo della città. Dall'altra partiti senza più rappresentanti sul territorio e consiglieri preoccupati per l'imminente futuro senza cariche, lontani dal palazzo. Il verdetto finale è forse amaro per tanti: tutti a casa. 
 

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