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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Municipio III, M5s sull'orlo di una crisi: Raggi media ma fallisce. Urla e querele

Dopo lo scontro tra la Presidente e la consigliera "dissidente" la maggioranza di Piazza Sempione ha incontrato la Sindaca. Non si placano i malumori. Burri querela Capoccioni? Ipotesi fondata

Lo scontro all'interno del M5s del Municipio III, quello in particolare tra la consigliera "dissidente" Burri e la maggioranza della minisindaca Capoccioni, è tutt'altro che acqua passata e come uno sciame sismico è pronto a destabilizzare ancora il Montesacro. 

A tentare di placare gli animi tra gli esponenti grillini di Piazza Sempione - con le due fazioni in continua lite su atti, votazioni e atteggiamenti - di recente ci ha provato anche la Sindaca Raggi alla quale la presidente Capoccioni ha chiesto un incontro, tenuto segreto, con tutti i portavoce eletti in Terzo. Poco più di un'ora tra versioni contrastanti e qualche urla in una delle sale del Campidoglio per capire che il margine di dialogo tra le diverse anime pentastellate del Montesacro è davvero risicato, se non inesistente. 

Un buco nell'acqua e una mediazione fallita che getta il Municipio III sull'orlo di una crisi politica con almeno tre consiglieri a poter essere considerati minoranza della maggioranza: vere e proprie spine nel fianco del gruppo Cinque Stelle di Piazza Sempione e della maggioranza della minisindaca. 

Ma lo scontro tra Burri e Capoccioni non sembra esaurirsi tra le mura di Palazzo Pubblico, la sede istituzionale del Municipio III. A suggerire che l'affare tentata "espulsione" varcherà probabilmente le soglie di Piazza Sempione l'ennesimo post su Facebook, questa volta piuttosto enigmatico, della consigliera Burri. 

"Da oggi...ci pensa qualcun'altro" - ha scritto sul proprio profilo mettendo come indizi la foto di un timbro su un faldone di decine di pagine. Una querela? Possibile visto che Burri sulla questione ha sempre sostenuto di volersi appellare ad un giudice terzo. 
Occorre a questo punto fare un passo indietro. La consigliera Burri appena un mese fa aveva appreso da alcuni Comitati di Quartiere presenti ad una riunione con la minisindaca l'avvio da parte della presidente della procedura presso Beppe Grillo per la sua espulsione dal Movimento

"Roberta Capoccioni ha ritenuto opportuno durante una riunione avente per scopo il confronto fra le realtà locali e l'amministrazione municipale, rendere edotta la cittadinanza di due particolari circostanze, di cui una direttamente indirizzata alla mia persona. Sorvolo sulla questione della pubblicità indebita del fatto, poiché dare notizia di una decisione, senza che il diretto interessato ne venga messo preventivamente a conoscenza, mostra la tendenza a non rendersi conto di cosa le leggi stabiliscano in merito, ma potrebbe avere una valenza penale di non poco conto perché l'informazione, di per sé riservata, è stata accompagnata da considerazioni altrettanto indebite. Sul versante politico la cosa è ancora peggiore perché sembrerebbe , manifesta in modo esclusivo, la volontà di nuocere direttamente ad una persona. La signora in questione (la presidente Capoccioni ndr.) ha fatto i suoi 'calcoli' giuridici e politici...ha tenuto conto delle mie possibili reazioni?" - aveva scritto. 

Reazioni che sembrerebbero essere arrivate. Nell'immediato Burri aveva chiesto formalmente alla minisindaca di produrre copia della documentazione in atti che la riguardavano, il tutto entro il termine perentorio di 30 giorni "trascorsi i quali" sarebbe stata conseguenza "il ricorso alle vie legali". Trenta giorni passati senza che sulla scrivania della Burri sia arrivato alcunché. 

Da qui il sospetto, più che fondato, che quel faldone in foto altro non sia che una querela, con relativi allegati, nei confronti della minisindaca "per i reati di diffamazione e minacce" - ha sempre sostenuto Burri riferendosi a "considerazioni indebite" sulla sua persona e a "condizioni" dettate dalla presidente via WhatsApp. 

Condivisione del lavoro con il gruppo e allontanamento del suo "mentore", piuttosto inviso al Movimento, quanto chiesto via chat dalla presidente alla consigliera "dissidente" per rientrare a pieno titolo nel Gruppo. Un metodo "fascista" aveva tuonato la grillina Burri accusando i suoi di volerle mettere i bastoni tra le ruote "per il troppo lavoro e pure fatto bene".

Dal Parco Bolivar al miraggio di Parco Talenti, fino agli abusi di via Maldacea: queste alcune delle questioni scottanti e nevralgiche affrontate senza sconti dalla Commissione Ambiente da lei presieduta e portate da sempre come prova del lavoro svolto con serietà per il bene del territorio.

"No comment, per sapere dovete pazientare ancora un mesetto" - ha detto Burri raggiunta telefonicamente. Il sospetto che il caso del M5s abbia varcato i confini di Piazza Sempione per finire in una formale querela è forte e fondato.

E se giuridicamente potrebbe probabilmente non trovare rilevanza e avere conseguenze, quelle politiche sono evidenti da settimane: il Municipio III viaggia lungo il precipizio di una crisi politica, solo fila serrate e coesione potranno salvare il Montesacro dalla sorte già toccata a Garbatella. 
 

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