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TMB Salario, Capoccioni richiama all'ordine i suoi: "Parere cittadini è vincolante"

La Presidente del Municipio III, Roberta Capoccioni, torna sulla mozione di due consiglieri grillini "bocciata" da cittadini e Comitati: "Chi si professa portavoce deve rispettare volere del territorio"

Sonora e scontata la bocciatura della mozione sul TMB Salario, a firma Burri-Moretti (M5s), da parte dei cittadini e dei Comitati del Municipio III convocati ieri a Piazza Sempione dalla minisindaca Roberta Capoccioni nel tentativo di recuperare dialogo e confronto con il territorio mancati prima e durante la stesura dell'atto. 

Un documento attraverso il quale i due firmatari propongono di portare gli attuali turni dell'impianto da 2 al dì per 5 giorni a 3 per 7 con l'obiettivo di arrivare all'eliminazione delle esalazioni odorigene: una "proposta tecnica" da subito osteggiata dai cittadini di quel quadrante della città certi che quel provvedimento aumenterebbe il carico della frazione umida nel sito di Ama e di conseguenza il fetore percepito peggiorando di fatto la situazione. 

Da qui i malumori inequivocabilmente espressi dal territorio che hanno indotto la Presidente del Municipio III a convocare un incontro informale nella sede istituzionale per far decidere il destino della mozione direttamente ai cittadini coinvolti: non è servita nemmeno l'alzata di mano, la "bocciatura" - o per meglio dire il parere consultivo - da parte del territorio è stato praticamente all'unanimità.

Eppure a margine dell'incontro la consigliera Burri, presidente della Commissione Ambiente, non ha nascosto il suo rammarico per un metodo a suo dire "fuori dalle regole": "Gli atti vanno discussi nelle sedi opportune, questa cosa non si poteva fare. La mozione nasce in Commissione e dovrebbe finire il suo iter nelle sedi istituzionali" - ha detto la portavoce grillina parlando di "diktat un po' forte" da parte di Capoccioni sull'eventuale ritiro della mozione che dunque sembra destinata ad essere cestinata o bocciata in caso di approdo in Consiglio. 

Sulla questione, con una frattura piccola ma evidente all'interno della maggioranza pentastellata, è tornata anche la minisindaca del Montesacro che ha ribadito come la volontà popolare sia stata "chiara ed ineludibile". 

"Ieri è stato il primo esperimento di democrazia diretta che ho avuto il piacere di fare. Ho voluto dare un segnale inequivocabile: i cittadini sono il soggetto politico per eccellenza. Le sacrosante esigenze dei cittadini di Villa Spada, Colle Salario, Fidene, Serpentara e Nuovo Salario in tema di vivibilità non possono essere né eluse né aggirate" - ha scritto la Presidente in un post su Facebook spiegando come sia nella natura del M5s avere come riferimento i cittadini di cui i rappresentanti istituzionali sono portavoce. 

"Gli abitanti si sono espressi in maniera inequivocabile. Chiunque si professi portavoce non potrà che prendere atto dell'orientamento espresso in commissione ieri" - ha proseguito rivolgendosi ai suoi "dissidenti" che sì, hanno incassato la perentoria bocciatura del territorio, ma non in Commissione come erroneamente riportato nel post ma in un incontro consultivo del tutto informale. 

"Ho sperimentato personalmente più volte cosa significhi convivere coi miasmi di quella struttura e pur non abitando lì, puntualmente mi reco al TMB ogni qual volta vengo avvertita dai Comitati interessati e/o dagli attivisti che nei pressi del centro AMA vivono o lavorano e sono perfettamente consapevole ed assolutamente solidale con le istanze così chiaramente espresse (ormai da anni) dalla popolazione. Per questo motivo - ha ribadito Capoccioni - ritengo imprescindibile rispettare il parere degli abitanti coinvolti. Il loro parere per me e per chi si professa portavoce: è vincolante. Questo esperimento di democrazia diretta è il primo nel suo genere e - ha assicurato la minisindaca - non sarà l'ultimo". 


 

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