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Sotto il Viadotto, parte da qui la rigenerazione urbana: il Montesacro sogna la Green Line

Degrado e abbandono lasciano il posto a colori e cura, sotto al Gronchi giovani architetti a lavoro per il recupero dello spazio: sarà forse casa dei Comitati e delle Associazioni

Il grigiore che lascia spazio ai colori, i copertoni abbandonati che diventano fioriere, l’ennesimo spazio degradato della Città che diviene luogo di incontro e laboratorio di idee: tutto questo è Sotto il Viadotto, intervento di riqualificazione urbana messo in campo da Greenapsi, Interazioni Urbane, dai giovani architetti del gruppo ‘G-124’ di Renzo Piano con la collaborazione di Roma Capitale e di tante Associazioni, Comitati e cittadini volontari accorsi numerosi per partecipare all’iniziativa.

Obiettivo recuperare il Viadotto e restituirlo alla Città che li, in base ad un vecchio progetto mai realizzato, avrebbe dovuto veder passare il tram di collegamento tra Saxa Rubra e Laurentina.

NATO DA UNA TESI DI LAUREA - A dare impulso al progetto la tesi di laurea degli architetti Massimiliano Foffo e Alessandro Lungo su ‘Il riciclo dei vuoti urbani come strategia per la città', lavoro che ha subito attirato l’attenzione delle istituzioni a partire dalla politica locale.

“Abbiamo visto nel Viadotto grandi potenzialità di recupero, qui ci siamo incontrati con il G-124 unendo le forze per realizzare questo spazio pubblico attraverso il progetto europeo TUTOR che punta proprio a recuperare e sviluppare nuove funzionalità in spazi vuoti” – racconta a RomaToday l’architetto Foffo.


Prima dell’arrivo di Greenapsi, dei giovani collaboratori di Renzo Piano e delle Associazioni ormai da giorni impegnate nei lavori, tra i pilastri regnavano degrado e incuria: un accampamento abusivo, erba altra oltre un metro e quel senso di abbandono che rendeva l’area inavvicinabile.

DA LUOGO DEGRADATO A PIAZZA - Adesso, grazie alla bonifica e all’impegno di quanti si sono prodigati per rendere lo spazio fruibile e salubre, sotto al ponte esiste una vera e propria piazza pulita e colorata: “L’obiettivo è quello di attivare questo spazio e sviluppare insieme al supporto di chi vive il territorio il progetto di recupero” – ha proseguito il giovane architetto anticipando l’idea che sotto il Viadotto possa nascere una ciclofficina e una casa delle Associazioni e dei Comitati di Quartiere.

Sotto il Viadotto, colori al posto del grigio

SOGNANDO LA GREEN LINE - “Il lavoro fatto in questi giorni è encomiabile. Recuperare un non luogo della nostra città significa viverlo e frequentarlo nella quotidianità, mi auguro pertanto che il supporto ai ragazzi che hanno realizzato tutto questo, con la collaborazione delle istituzioni, prosegua nel tempo” – ha detto il Presidente del Municipio III, Paolo Marchionne, sottolineando la necessità di realizzare sul Viadotto la Green Line, ossia un percorso ciclopedonale al posto della sede lasciata per i binari mai messi in opera.
 

RIGENERAZIONE URBANA E SOCIALE - “Bisogna che tutto ciò duri affinchè non abbia il senso dell’effimero” – ha raccomandato l’Assessore alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale, Giovanni Caudo, ringraziando tutti coloro che stanno lavorando al progetto e che “hanno creduto che questo – ha detto – non fosse solo un Viadotto ma anche luogo di aggregazione e unione”. Ha fatto eco al collega anche Paolo Masini, assessore capitolino ai Lavori Pubblici e Periferie parlando di giornata importante e di “rigenerazione urbana e sociale importante per il lavoro di ricucitura con chi vive i quartieri”.

Da Sotto il Viadotto riparte dunque il recupero degli spazi urbani inutilizzati e degradati: un primo e importante passo verso la rigenerazione della Città e la riappropriazione dei divenuti ‘non luoghi’ da parte dei cittadini.

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