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Giovedì, 25 Aprile 2024
Serpentara-Fidene Fidene / Largo Fausta Labia

Incendi, incuria e laghi scomparsi: così muore il Parco delle Sabine

147 ettari di verde tra Fidene e Serpentara in completo stato d'abbandono tra mancata manutenzione e contenziosi. L'Associazione Tutela Parco delle Sabine: "Obblighi elusi e Comune assente: soluzioni sono inderogabili"

Mancata manutenzione ed ettari di verde incolto divorati dagli incendi estivi, arredi logori e consunti fagocitati dall'erbaccia e addirittura un lago, con i pesci tratti in salvo in maniera provvidenziale dai volontari, completamente prosciugato.

Così si presenta oggi il Parco delle Sabine: 147 ettari tra Fidene e Serpentara immaginati come il polmone verde del Municipio III e invece decaduti sotto i colpi della mancata manutenzione da parte dei costruttori con pure un contenzioso aperto con Roma Capitale a complicare le cose. 

Un parco in assoluto declino con buona pace dei residenti uniti spesso in gruppi di volontari impegnati a mantenere angoli di verde e salvare il salvabile. 

"Incendi e devastazione, la società Porta di Roma che in spregio ai propri obblighi si disinteressa della manutenzione, laghetti scomparsi, inciviltà e Comune assente: tutto questo è la causa dello sfascio che vediamo sotto i nostri occhi" - denuncia l'Associazione Tutela Parco delle Sabine che da anni si interessa dello stato del Parco e si batte per la sua effettiva realizzazione in base agli impegni sottoscritti in sede di convenzione urbanistica.

Parco delle Sabine: incuria e devastazione

"In questi ultimi mesi - prosegue l'Associazione pubblicando un reportage fotografico - la situazione è degenerata, anche per colpa del Comune di Roma, troppo tiepido in questi ultimi due anni ad assumere risoluzioni ormai inderogabili. La messa in mora del concessionario è un atto ormai ufficiale ma ora bisogna fare un passo ulteriore". 

La richiesta al Campidoglio è quella di attivare tutte le procedure previste dalla convenzione per sanzionare l'inadempienza della società Porta di Roma: "Chiediamo - scrive l'Associazione del Municipio III - che il Comune di Roma proceda in modo spedito e senza tentennamenti all'escussione delle corpose fidejussioni bancarie a garanzia della integrità e del completamento del Parco delle Sabine".

Insomma rispetto degli impegni presi da parte dei costruttori e un'azione del Comune decisa ed efficace affinchè ciò si concretizzi l'istanza ribadita da Parco delle Sabine: "E' l'interesse pubblico a richiederlo. E' l'interesse pubblico che deve prevalere non - conclude l'Associazione - le consorterie di interessi privati". 

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