rotate-mobile
Altre Montesacro / via Salaria

Edilizia, Pd: "Ricorso al Tar contro il decreto che cancella i controlli"

"Il Governo approva la possibilità di applicare in edilizia la "Scia" al posto della "Dia". In pratica l'attività edilizia potrà essere iniziata ubito dopo la presentazione della domanda alle amministrazioni", dichiarano in una nota gli esponenti del Pd Corbucci e De Jesus

"Con la pubblicazione nella gazzetta ufficiale n. 110 del 13 maggio del testo definitivo del Decreto Sviluppo (D.L. 13 maggio 2011, n. 70, "Semestre europeo – Prime disposizioni urgenti per l’economia"), il Governo approva la possibilità di applicare in edilizia la "Scia" (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al posto della Dia (comma b) dell'art.5, par. 1). In pratica l'attività edilizia potrà essere iniziata subito dopo la presentazione della domanda alle amministrazioni che avranno sessanta giorni di tempo per contestare la regolarità della Segnalazione ed eventualmente fermare i lavori già in corso. Decorso tale termine, l'amministrazione potrà intervenire solo "in presenza del pericolo di un danno per il patrimonio artistico e culturale, per l'ambiente, per la salute, per la sicurezza pubblica o la difesa nazionale e previo motivato accertamento dell'impossibilità di tutelare comunque tali interessi mediante conformazione dell'attività dei privati alla normativa vigente" (punto 4 del comma 4bis)" lo dichiarano in una nota Riccardo Corbucci, vicepresidente del consiglio del IV Municipio e Paula De Jesus, dirigente del Partito Democratico che si sono occupati degli abusi edilizi dei Mondiali di Nuoto 2009.

"In sostanza si consente ai costruttori di avviare cantieri senza autorizzazione e senza dichiarazione, ma con una semplice Segnalazione certificata di inizio attività (la S.C.I.A), consentendo alle amministrazioni pubbliche di intervenire per fermare i cantieri, qualora vengano riscontrate difformità con le norme, l’antisismica, i Piani regolatori ed i regolamenti edilizi, soltanto nei sessanta giorni successivi. L'intervento, quindi, arriverebbe comunque a danno ormai fatto. Con la Scia, dunque, i cantieri potranno partire nello stesso momento della segnalazione, mentre l’intervento dell’amministrazione pubblica potrà arrivare soltanto a cantiere ormai aperto. Sarà molto più difficile, quindi, da attuare visti i tagli che gli enti locali hanno subito contestualmente nella stessa manovra" spiegano Corbucci e De Jesus "c'è il forte rischio di un aumento degli abusi, dello sprawl urbano, con la realizzazione di periferie sempre più informi e di scarsa qualità edilizia. Siamo di fronte all’ennesima aggressione al territorio, alle città, al suolo agricolo ed al paesaggio".
"La questione, tuttavia, è che non appare ancora chiaro se la SCIA, oltre alla manutenzione straordinaria, possa essere applicata anche all'edilizia. Infatti il Testo Unico dell'Edilizia non è stato modificato. Il TUE è una legge speciale che non è facilmente annullabile da una legge generale come quella sulla trasparenza amministrativa (241/1990), nella quale è stata ora inserita la SCIA. Se è pur vero che questo strumento non si dovrebbe applicare in presenza di vincoli ambientali, paesaggistici o culturali, è anche tristemente vero che i pareri degli Enti locali, solitamente acquisiti con le conferenze di servizi, saranno sostituiti da autocertificazioni" continuano Corbucci e De Jesus "il pericolo sta nella farraginosità della nuova norma che lascia molto spazio interpretativo al fatto che per costruire nuovi edifici occorrerà ancora il permesso di costruire, invece della SCIA. Se qualcuno si approfittasse di questa lacuna, come già avvenuto in passato con i poteri commissariali, potrebbe accadere che un edificio venga realizzato in zona inedificabile, per esempio un'area destinata a verde pubblico. Usando lo strumento della SCIA, questo mancato rispetto delle norme del Piano Regolatore potrebbe non rientrare nel caso di 'danno', come sopra definito dal decreto, poichè quelle aree verdi comunali potrebbero essere considerate in esubero rispetto agli standard e quindi rientrare ancora nei valori prestabiliti. Per questa ragione sosterremo un ricorso al Tar che garantisca l'autonomia delle Regioni e delle Province in materia  urbanistica e la tutela delle prerogative di controllo delle amministrazioni locali".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Edilizia, Pd: "Ricorso al Tar contro il decreto che cancella i controlli"

RomaToday è in caricamento