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Giovedì, 25 Aprile 2024
Altre Fidene / Largo Fausta Labia

Il declino di Parco delle Sabine: così il lago diventa "pozzanghera"

Il polmone verde del Municipio III imbrigliato nel contenzioso tra Roma Capitale e costruttori. Associazione Tutela Parco delle Sabine: "Comune faccia rispettare convenzione"

Erba secca a rischio incendi con le fiamme ad aver già distrutto trenta ettari, viottoli impervi e aridi, alberature morenti, vegetazione incolta e un senso di incuria diffuso: così appare oggi il Parco delle Sabine, uno dei polmoni verdi del Municipio III. 

Qui la manutenzione, ancora in carico ai costruttori, a causa di un annoso contenzioso con il Comune è da mesi una chimera e gli sforzi dei volontari, dei Comitati e delle Associazioni del territorio non bastano a rendere quell'esteso Parco vivibile e rigoglioso come i residenti lo sognano da anni. 

Ad intrappolare il Parco delle Sabine tra incuria e abbandono la contesa tra Roma Capitale e la società costruttrice: "Un disastro prodotto dalla scelta irresponsabile di Porta di Roma, ribadita anche recentemente, di interrompere unilateralmente la manutenzione nonostante gli obblighi da convenzione" - ha scritto l'Associazione Tutela Parco delle Sabine sempre in prima fila per il controllo e la difesa di quella risorsa ambientale così importante

Il declino di Parco delle Sabine/foto Associazione Tutela Parco Sabine

A soccombere nel cuore del Parco delle Sabine anche quel laghetto un tempo specchio d'acqua limpido e dal panorama e ambiente godibili: "Orma è una pozzanghera malsana" - fanno notare, con le immagini a contare più di mille parole, da Associazione Tutela Parco delle Sabine. Il tubo dell'alimentazione del piccolo lago è stato divelto tant'è che di recente, prima del completo prosciugamento, a Largo Labia sono arrivati anche i volontari dell'Enpa che muniti di retini, vasche e stivali hanno recuperato e liberato in zona protetta molti dei pesci sopravvissuti.

"La situazione del parco di Largo Labia, e quindi del laghetto, è paradossale perché si tratta di un vero polmone verde, un patrimonio della collettività completamente abbandonato a sé stesso" - hanno sottolineato dalla Protezione Animali assicurando la volontà di "accertare le responsabilità di questo scempio e capire come sia stato possibile che pesci gatto, carpe e persino un lucci siano finiti in uno specchio d'acqua di pochi metri quadrati".

Moria pesci laghetto largo Labia

Alla ricerca invece di una soluzione al progressivo declino del Parco delle Sabine i residenti che chiedono a Roma Capitale di agire nei confronti dei costruttori: "In caso contrario - scrivono da Tutela Parco delle Sabine - la responsabilità sarà tutta del Comune che lascia che Porta di Roma faccia il bello e il cattivo tempo a suo piacimento". 

E sulla vicenda è intervenuto anche l'Assessore all'Urbanistica del Municipio III, Domenico D'Orazio: "Un altro capolavoro della società Porte di Roma che ha un contenzioso con il Comune" - ha scritto commentando le eloquenti immagini di incuria e declino sui social. "Gli hanno permesso di fare il bello e cattivo tempo. Intanto noi - ha assicurato l'esponente della Giunta Capoccioni - abbiamo chiamato il responsabile del Dipartimento in Municipio e sollecitandogli la procedura per l'incameramento delle Fideiussioni". 

E mentre burocrazia, scontri legali e braccio di ferro vanno avanti a morire non sono solo i pesci del laghetto di Largo Labia ridotto a pozzanghera ma un intero Parco e forse pure la pazienza di un territorio privato da anni del proprio "vanto" verde.  
 

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