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Casa della salute a Bufalotta, M5s: “PD spieghi legami con lobbies del cemento”

I consiglieri grillini del Municipio III spiegano il loro mancato voto al documento sull'ospedale di Bufalotta: "Atto di difficile attuazione"

Il parlamentino di Piazza Sempione la settimana scorsa, ha approvato un atto che impegna il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a dar seguito ad un progetto della Asl RM A del 2006 che prevedeva, con i ricavi del vecchio San Giacomo, la realizzazione di una Casa della Salute a Bufalotta.

Un’approvazione salutata con entusiasmo dalla maggioranza di centrosinistra che però non ha risparmiato qualche critica ai due consiglieri del Movimento 5 Stelle rei di non aver votato l’atto “derubricandolo a un problema di cementificazione”.

Ma i ‘grillini’ non ci stanno e tengono a precisare la propria posizione in merito al futuro, ed  eventuale, nosocomio del Municipio IIII: “I debiti accumulati durante le gestioni Badaloni, Storace e Marrazzo nella regione Lazio hanno portato alla bancarotta del sistema sanitario regionale ed alla nomina di un Commissario ad acta nel luglio 2008. La gestione commissariale ha portato alla drammatica chiusura di ospedali storici, tra cui il San Giacomo, per il quale il M5S Lazio ha chiesto accesso agli atti per verificare la gestione immobiliare ed i bilanci della ASL RMA, per conoscere la reale possibilità di vendita della struttura, visti anche i vincoli storici gravanti sull'edificio. Il progetto del nuovo ospedale, di cui si parlava già nel 2006 e rientrante nel piano edilizio ad alta cementificazione del quadrante "Porta di Roma" – spiegano Moretti e Proietti - non può essere realizzato in virtù della decaduta ipotesi di permuta tra l'edificio del San Giacomo e la costruzione dello stesso dal cementificatore di turno”.

“Ma c'è di più – incalzano i due esponenti del M5s - il Corriere della Sera nella sezione economia già nel 2008 segnalava che le azioni dei costruttori romani date a garanzia dei prestiti bancari (tra cui la Lamaro S.p.A. di Pierluigi Toti, proprietaria di numerosi lotti nella zona in causa) avevano perso in consistenza, quindi l'establishment romano doveva correre in soccorso dei palazzinari, magari attraverso le rinomate variabili al N.P.R.G., per trasformare qualche terreno agricolo in edificabile per far risalire il valore delle società del cemento”

“Ci fermiamo qui, nella speranza che i rappresentanti del PD paladini dell'Ospedale più improbabile di Roma vogliano spiegare ai residenti del Municipio i legami che ancora intercorrono tra il loro partito e le lobbies del cemento romano, i cui risultati sono ripetutamente visibili ad ogni alluvione” – aggiungono Moretti e Proietti sottolineando come l’atto sia di difficile attuazione e come l'“auto-emendarlo all’ultimo secondo” ne abbia reso difficoltosa la votazione “noi del M5s amiamo prima condividere ed informarci adeguatamente sugli atti che votiamo, analizzando ogni singola parola”.

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