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Altre Settebagni / Via delle Lucarie, 24

Libri e giochi retrò: il bar di Renato chiuso dalla crisi rinasce come "circolo" per i ragazzi del quartiere

Da bar storico di Settebagni a 'stanza di Max' tra fumetti, freccette, biliardino e subbuteo: nel vecchio bar di via delle Lucarie c'è chi sogna uno spazio aperto per i giovani della borgata

Chiuso dalla crisi ma non per questo arreso all’idea di sparire come punto di riferimento per il quartiere. Vuole rinascere come “circolo culturale e artistico” per i ragazzi di Settebagni l’ex bar Renato, quello in via delle Lucarie 24. 

Il bar Renato a Settebagni

Una vera e propria istituzione nella borgata del Municipio III. Prima classico Vini e Oli, poi una parentesi come Sali e Tabacchi, dopo ancora la consacrazione come bar con il bancone affollato per le colazioni e il grande spazio interno a disposizione preso d’assalto da bevitori e giocatori di carte incalliti. 

Oggi, con Renato quasi 90enne e le serrande del bar abbassate, l’atmosfera fumosa e goliardica di quegli anni è ben lontana: rimangono silenzio, gli attrezzi del mestiere, qualche arredo e tanti ricordi. 

“Qui una volta era tutta campagna, Settebagni l’abbiamo costruita noi anziani con grande fatica” – racconta Renato Benedetti con un filo  di voce ed emozione.

“Un tempo il bar era sempre pieno, non c’era nessuno del quartiere che non lo conoscesse o che non dicesse ‘vado da Renato’.” – ricorda rintracciando nei cassetti della memoria una Settebagni ricca di vitalità e attività di quartiere. 

Il bar Renato a Settebagni "circolo" per ragazzi

Le attività storiche di Settebagni “sparite”

Negli anni hanno chiuso quasi tutte: il macellaio, la merceria, il negozio di alimentari e quello di elettrodomestici.

“Uno stillicidio dovuto alla crisi e ai tempi che corrono” – commenta il figlio Massimiliano che di vedere quel bar vuoto e destinato all’abbandono proprio non ci sta. 

Sua l’idea di trasformarlo in una sala per feste ed eventi privati, “perché le bollette non si pagano da sole” – ride (ndr.), ma soprattutto di fare di quel grande salone dell’ex bar Renato, poi per due anni gestito da altri come Tiki Taka, “un circolo culturale” per bambini e ragazzi del quartiere. 

Uno spazio aperto a tutti, in modo gratuito, per combattere l’assenza di luoghi di aggregazione e incontro. 

Libri e giochi retrò nella stanza di Max

Dentro Massimiliano ‘Max’ ha già messo a disposizione giochi retrò, libri e fumetti. Ci sono tavoli per giocare a carte, scrivanie per fare i compiti, poltrone e divani. Un luogo dove riscoprire vecchie usanze e oggetti abbandonando telefoni tecnologici e tablet. 

L’ex Bar Renato è ora punto di bookcrossing, con volumi e fumetti che si possono prendere liberamente in prestito, ma anche sala giochi tra biliardino, subbuteo e freccette. 

“L’idea mi è venuta quando ho visto i ragazzi del quartiere su una panchina chinati sullo schermo degli smartphone. Li mi si è accesa la lampadina: in fondo questo vecchio bar, quando non ci sono eventi privati, rimarrebbe chiuso e abbandonato. Allora perché non metterlo a disposizione dei nostri ragazzi che qui, a parte la chiesa e le società sportive, hanno ben poco?” 

Così è nata ‘la stanza di Max’, il nome ancora non ufficiale scelto proprio dai giovani che da qualche settimana orbitano intorno al civico 24 di via delle Lucarie. 

“Ho dato loro delle regole che sono quelle del rispetto e della civile convivenza, ma qui i ragazzi possono sentirsi a casa loro….in un’altra epoca però!”. 

Intorno il proiettore che dà vecchi Disney, la musica diffusa rigorosamente da un giradischi. Ogni tanto qualcuno dei più anziani si affaccia a vedere la nuova vita del bar Renato: anche l’incontro tra generazioni diverse fa parte della peculiarità di quel posto che pian piano sta emergendo. 

La grotta nel bar Renato

A raccontare ai giovani la Settebagni che fu ancora Renato: il retro del suo bar custodisce infatti una delle grotte in tufo di Settebagni, “quelle che abbiamo scavato durante la Seconda Guerra Mondiale. La mia conta 18 gradini, quando non è più servita come rifugio ci ho messo il vino che producevo”. Ora li rimangono solo vecchie botti ed un torchio. 

Mentre uno dei ragazzi alla temperatura fresca della cava preferisce i gradi del frigorifero: “In fondo qui una bibita fresca o un pacchetto di patatine non mancano mai” – sorride Max mentre aggiorna la lavagnetta dove ognuno che prende in prestito un libro o un fumetto appunta il suo nome. 

Il sogno di Max: “Un’associazione culturale”

“Il mio sogno è quello di mettere in piedi una vera e propria associazione culturale, con uno spazio aperto al quartiere e a tutte le realtà che lo compongono. Perché la ‘stanza di Max’ diventi il ‘salotto’ di Settebagni”. 
 

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