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Da Torrevecchia alla ricerca del paranormale: ecco gli acchiappafantasmi del Giap

È il Gruppo investigativo attività paranormali. Al vaglio un format tv

“Il film Ghostbusters lo riguarderei mille volte. Ma non siamo né acchiappafantasmi né ghost hunters. Noi ci definiamo ricercatori del soprannaturale”. Gian Paolo risiede a Torrevecchia ed è l’ideatore del Giap, il Gruppo investigativo attività paranormali. Il team, costituitosi il 21 giugno del 2011, vede anche Armando (suocero di Gian Paolo), Paolo, Stefano e Giuseppe. Questi ultimi tre vivono rispettivamente a Cave, Montesacro e ai Castelli Romani. Insieme hanno un obiettivo: svolgere indagini e dare una spiegazione logica a ciò che appare strano. Tutto per passione, “non è a scopo di lucro”.

Visite documentate

"Non ci interessa convincere gli scettici – spiega il fondatore del Giap – l’unica nostra volontà è mettere il dubbio che qualcosa esista. Poi ognuno può dargli nome che vuole: entità, extraterrestre e via cantante. Noi documentiamo le visite che facciamo e traiamo delle conclusioni. La gente può crederci come no, non importa”.

I viaggi in Italia e i blitz in città

I loro viaggi spaziano lungo tutto lo Stivale. Per quanto riguarda la Capitale, spulciano solo abitazioni private: Roma Sud, Casilina, Tor Tre Teste, Torrevecchia dove per la prima volta “la presenza non era umana bensì animale. Un ragazzo diceva di aver udito il proprio cane, scomparso un anno prima. Effettivamente in alcune nostre registrazioni si sentiva un cane abbaiare. Per il resto, ci piacerebbe effettuare delle uscite nei castelli o nei palazzi. Ma a Roma è difficile ottenere permessi in tempi rapidi”.

Il format tv

Il quintetto del Giap viene contattato tramite email: “Dopodiché – racconta Gian Paolo – decidiamo di effettuare il sopralluogo e di conoscere la persona che ci ha scritto. A seguire scegliamo l’attrezzatura, di solito composta da camere con visione a infrarossi, fotocamere modificate, microfoni a ultrasuoni, rilevatori di campi magnetici e di movimento. In generale, ci sono persone che hanno una maggiore sensibilità. Il mondo che ci circonda porta a considerare solamente le cose logiche e a isolare ciò che non riusciamo a spiegare. Secondo me, bisogna essere predisposti mentalmente per affrontare il nostro percorso”. C’è dell’altro. Il Giap, sia per visibilità che per mostrare la bontà della propria missione, sta lavorando affinché le proprie indagini possano trasformarsi in un format televisivo, Anomalie-L’Italia occulta.

La vita di tutti i giorni

Per il momento, comunque, la tv può attendere. E così spazio alla vita di tutti i giorni: “I familiari ci prendono per pazzi – rivela Gian Paolo – anche se, alla fine, si approcciano con curiosità. Eppure, ancora oggi, mia moglie mi impedisce di portare la strumentazione a casa. Chissà, forse pensa di ritrovarsi uno spirito in salotto”. Insomma, anche un acchiappafantasmi deve fare i conti la vita reale. Mai una gioia.

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