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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Ottantenne colpito da infarto non trova un posto libero in tutta Roma

Trasportato al San Filippo Neri in seguito a un attacco cardiaco, un ottantenne non è riuscito a trovare in tutta Roma un posto di terapia intensiva disponibile

Colpito da infarto, un ottantenne non è riuscito a trovare un posto di terapia intensiva disponibile in tutta Roma. L'episodio, riportato da Il Tempo, è successo ieri mattina.

Verso le 5 un uomo di 80 anni colpito da un attacco cardiaco è arrivato al pronto soccorso dell'ospedale San Filippo Neri, dove gli sono state prestate le prime cure e la situazione è stata stabilizzata. Fortunatamente, come racconta Il Tempo, l'infarto era di lieve entità, ma il paziente doveva comunque essere ricoverato in terapia intensiva. Il San Filippo Neri, uno dei fiori all'occhiello della sanità laziale, però, non aveva posti letto disponibili e ha contattato tutte le Asl e le aziende ospedaliere della Regione per trovare una sistemazione al paziente in attesa. Invano.

Nella Capitale, infatti, non era libero un solo posto di terapia intensiva e la richiesta inviata dal San Filippo Neri, come narra Il Tempo, non ha avuto risposta, finché la Nuova Itor di Latina non si è resa disponibile ad accogliere il paziente nella stanza visite del pronto soccorso. Lì l'ottantenne, collegato al monitor Dea, giace su una barella attendendo pazientemente che in una delle strutture sanitarie capitoline si liberi un posto.

L'episodio riporta ancora una volta all'attenzione le difficoltà del sistema sanitario laziale. "I tagli della governatrice Polverini stanno distruggendo la sanità del Lazio – commenta il segretario responsabile provinciale della Uil-Fpl Claudio Tulli – Il taglio drastico e indiscriminato dei posti letto, quelli sulla medicina del territorio che non viene messa nelle condizioni di svilupparsi, il blocco delle assunzioni stanno spingendo la sanità verso il baratro". "Siamo al limite – continua Tulli – ma sembra che niente e nessuno si sensibilizzi orendendo coscienza della reale situazione, che non garantisce più il diritto alla salute".

Secondo i sindacati, invece di tagliare le risorse di Asl e ospedali, la Regione dovrebbe razionalizzare la spesa, rivedere i modelli organizzativi ed eliminare gli sprechi verificando appalti, servizi e consulenze". Desolanti le condizioni dei lavoratori, costretti a "carichi di lavoro insostenibili" e a "scarse condizioni di sicurezza", con "borsisti che suppliscono alle carenza organiche". Quella laziale, spiega Tulli, è "una macchina sanitaria senza benzina, che premia soltato i casi eccezionali che fanno notizia, ma che lascia la gran parte dei malati in barella, mortificando e umiliando il malato".

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