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Primavalle, a rischio sfratto il teatro La Casetta: "Unico presidio culturale di zona"

A lanciare l'allarme con petizione on line e raccolta firme Federica Mancini, dell'associazione Cantieri dello spettacolo. La realtà di via Borromeo rientra tra quelle colpite dalla delibera 140

C'è di tutto nel calderone della delibera 140, il provvedimento dell'ex giunta Marino per il riordino del patrimonio comunale dato in concessione. Abitazioni private, negozi, locali, ma anche attività socio-culturali, presidi importanti per i territori, specie se unici punti di riferimento di una periferia desolante. 

Il teatro La Casetta, nel cuore di Primavalle, è un esempio delle tante realtà destinatarie dell'atto. "Ancora l'avviso di sgombero non ci è arrivato, ma è solo questione di tempo, in questi giorni stanno partendo le comunicazione a tutte le realtà". Federica Mancini, 51 anni, da sceneggiatrice Rai a curatrice di quel piccolo spazio teatrale (con l'associazione Cantieri dello spettacolo) che ospita da oltre tre lustri attori e compagnie di livello internazionale, lancia il suo allarme: "Abbiamo avviato da due giorni una petizione su change.org e abbiamo raccolto già oltre duecento firme per chiedere di fermare la chiusura". 

Non è chiaro ancora quali immobili degli 860 previsti in delibera saranno oggetto di un bando pubblico per la riassegnazione e quali invece beneficeranno di un rinnovo della concessione già esistente anche se a canoni rivisti. Sarà materia del prossimo sindaco. Ma l'attesa serve a prepararsi al peggio, coinvolgendo quella cittadinanza che non vuole dire addio al teatro di via Borromeo. 

"Qui abbiamo rifatto tutto con le nostre mani - continua Federica - era uno spazio fatiscente, ho mollato tutto per avviare questa piccola attività, quando abbiamo ottenuto la concessione qui a Monte Mario c'erano solo discount, non aveva aperto neanche una libreria". E' stato, ed è tutt'oggi, un luogo vivo e attivo del quartiere. "Oltre agli spettacoli teatrali abbiamo realizzato tanti laboratori di teatro per bambini, dalle ombre i burattini alle maschere al teatro nero. Abbiamo accolto scuole, il mimo del teatro dell'Opera". 

A pesare poi non c'è solo la minaccia di sgombero. "Ci hanno chiesto gli arretrati degli ultimi due anni in cui abbiamo aspettato il rinnovo della concessione, ma nei quali abbiamo sempre pagato i bollettini arrivati dal Comune". In pratica, il dipartimento ha ricalcolato il valore dell'immobile ripristinando il prezzo di mercato iniziale, rientrato in vigore allo scadere della concessione. 

E se già le uscite hanno sempre superato le entrate, costringendo gli organizzatori a ospitare artisti per lo più a titolo volontario, la tegola richiesta dal Campidoglio suona un po' di beffa che si aggiunge al danno. Tanto che con la petizione Mancini non chiede solo lo stop allo sfratto, ma anche che "lo spazio sia almeno raddoppiato per rispondere alle richieste e avere meno perdite economiche e in virtù del fatto che è l’unico nel vasto e assetato territorio". E ancora "per far sì che le attività possano proseguire in maniera serena, chiediamo che siano stanziati dei fondi pubblici a favore dell’associazione cantieri dello spettacolo per il Teatro la Casetta congrui rispetto alle spese da affrontare e che i canoni di concessione siano computati non con criteri commerciali ma tenendo conto dell'attività culturale e sociale che ivi vi si svolge".  

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