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Primavalle, Rizzo (U.I.): "La nostra lotta all'Ater per una cooperativa di autogestione"

Si è svolta lunedì l'assemblea partecipata per l'istituzione di una cooperativa di lavoro e un riassetto normativo in tema di autogestione. Il responsabile dell'Unione Inquilini di Primavalle - Roma Nord ci racconta cosa c'è che non va nell'attuale appalto dell'Ater

"Costruiamo una Cooperativa di lavoro a Primavalle per autogestire i servizi di pulizia e manutenzione delle case popolari, piuttosto che farlo fare a ditte appaltanti speculative". Lo chiede l'Unione Inquilini di Primavalle - Roma Nord, che lo scorso lunedì ha organizzato una assemblea partecipata per sollecitare l'istituzione di una cooperativa di lavori socialmente utili gestita dagli stessi inquilini, disoccupati e non occupati della zona, nonchè aprire una vertenza di proposta e di lotta nei confronti dell'Ater di Roma, della Regione Lazio e del Comune di Roma per ottenere una apposita legge in materia di autogestione. 

"Da anni il grosso appalto che l'Ater concede a una sola ditta di Roma, non funziona assolutamente. Non si rispetta il cronoprogramma stabilito per la pulizia e la manutenzione in generale, tutto questo comporta un progressivo stato di degrado e abbandono oltre che favorire lo sviluppo di una rete di microcriminalità - ci racconta il responsabile dell'U.I. di Primavalle - Roma Nord Renato Rizzo - In più, gli inquilini si trovano a pagare anche un plus di 10 euro (oltre all'ordinario canone) per la pulizia scale, la manutenzione degli ascensori e gli altri oneri accessori".

La proposta portata avanti dall'Unione Inquilini, e per la quale gli Assessori Daniele Ozzimo e Fabio Refrigeri si sono detti disponibili a collaborare, è innanzitutto quella di avviare un percorso partecipato che porti all'adeguamento della legge per l'autogestione per favorire così la riqualificazione delle piccole grandi realtà territoriali che attraverso nuove cooperative (o magari già esistenti, tanto per abbattere qualche costo) potrebbe contribuire a una ripresa sociale e culturale. "Ci sono tanti disoccupati o esodati che potrebbero mettere a disposizione le proprie esperienze e che sicuramente opererebbero sul proprio territorio in maniere diversa rispetto a un estraneo che non ne conosce la storia, il tessuto o le dinamiche sociali", conclude Rizzo. Tra 15 giorni è fissato un altro incontro per confrontarsi sulle modalità e gli strumenti che si potrebbero adottare in concreto, mentre nel medio periodo è in cantiere un convegno di lavoro per relazionarsi con le esperienze di chi su altri territori ha già provato l'esperienza dell'autogestione.

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