Il cammino di luce si ferma in via Paolo Rosi. Qualche passo più avanti è buio pesto. Siamo a Torresina, Municipio XIV. In piazza Gino Pallotta, ultima opera viaria prevista dal Piano di Zona B32, il lavoro è incompleto: manca l’illuminazione. I residenti della zona, così, aspettano la parola fine su una vicenda che ormai si protrae da anni.

Piazza Pallotta senza luce

Di fronte alla piazza c’è il nido,  con ampio giardino e una zona riservata al baby-orto. Un’opera realizzata con materiali ecologici: legno lamellare, linoleum e tinte naturali. Inoltre è alimentata da fonti energetiche alternative. Il plesso faceva parte del primo lotto dei lavori realizzati a Torresina. Con il completamento del secondo lotto, ovvero con la realizzazione della piazza, sarebbero dovuti arrivare anche i pali dell’illuminazione. Ma dal 2011 qui non si è mossa una foglia. Il tutto ha provocato dei disagi sin da subito. Non a caso, furono inseriti due barriere new jersey per evitare che, di notte, venissero scaricati calcinacci. “È stato un modo per porre freno, almeno, al degrado”.

Il progetto campus

In mezzo alla piazza c’è la cabina elettrica dove, per adesso, è segnato con la bomboletta spray Lulic 71, ricordo forse di qualche tifoso biancoceleste. “Qui siamo intervenuti per togliere le scritte – hanno detto dal Comitato di quartiere – ma qualcuno è ritornato sul posto. Saremo costretti, pertanto, a rimborcarci le maniche per ripulire”. Su questo lato di Torresina, era stato proposto come progetto quello di creare un campus che avrebbe dovuto vedere insieme nido, materna e medie. 

Una piazza mai inaugurata

L’altro paradosso è che piazza Gino Pallotta non è mai stata inaugurata ufficialmente. Il Comitato di quartiere, nel 2013, è arrivato a organizzare una fiaccolata estemporanea: “C’erano sette lampioni pronti per essere installati sulla piazza, ma forse non ci sono più”. L’invito fu quello di portare torce, candele o qualsiasi cosa facesse luce. Siamo nel 2017, i new jersey sono sempre lì e la luce esistente è quella solare: “Sono sette lampioni – hanno ribadito – quanto dobbiamo ancora aspettare?”.