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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La solidarietà sale sul ring, da Palmarola ad Amatrice per un ko al terremoto

Matteo Merlino, maestro di pugilato nella palestra Bodymind, è stato tra gli organizzatori dell’evento allestito il 2 luglio per mantenere viva la luce nelle zone vittime del sisma

Un viaggio dalla periferia ad Amatrice che ha coinvolto tredici scuole di boxe laziali. Un’idea concepita nella palestra Bodymind, in via del Fosso di Santo Spirito, a Palmarola. Qui, dove ci sono pure corsi di danza, si insegna la nobile arte. Il maestro è Matteo Merlino, tra gli organizzatori dell’evento che il 2 luglio si è tenuto nel Comune vittima del terremoto. Il ricavato, secondo quanto riferito in precedenza, sarà utilizzato per acquistare - per esempio - panchine, fontanelle, cestini.

“Un giorno si è presentato in palestra un ragazzo, che conosco, di Accumuli. Abbiamo parlato della possibile manifestazione da allestire e mi sono messo subito in moto”. Uno si è occupato degli sponsor, l’altro dell’aspetto tecnico. E il mix è risultato vincente: “L’adesione è stata massiccia. Anzi, ci sono colleghi chi mi hanno contattato per dirmi perché non li avessi sentiti. Ma per questo non ci sono problemi: sono già in pista per il prossimo anno. Sicuramente l’evento sarà riproposto”.

boxe ad amatrice 1-2

Domenica scorsa, nel palazzetto che si trova fuori Amatrice, si è tenuta la riunione pugilistica: “È stata boxe vera – ha spiegato Merlino – si sono affrontati atleti delle categorie Junior, Youth, Senior ed Elite. Appena arrivati, in paese c’è stata una scossa di terremoto. Niente di grave, per fortuna”.

Slacciati i guantoni, è stato il tempo dei ringraziamenti. E la lista è stata lunga: “Un plauso va a Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, alla Federazione pugilistica italiana, in particolare il Comitato regionale Lazio e a Roberto Novelli giornalista di Rai Sport. Ma soprattutto, una menzione d'onore spetta a Umberto Pagoni e Filippo Chiapparrone”

Matteo Merlino, adesso, è di nuovo in palestra tra i suoi ragazzi: “Il pugilato ha 2mila sfaccettature, ognuno trae un insegnamento. Imparare a soffrire è sicuramente uno. La disciplina è seguita, non posso lamentarmi. Forse adesso c’è un’attenzione particolare alla cura del corpo ma, chissà, il fatto di essere in periferia può essere uno stimolo per avvicinarsi alla palestra. In questi anni – ha terminato – ci sono stati casi di ragazzi in difficoltà che con la boxe hanno acquisito sicurezza. Una mamma, per citare un episodio, ancora mi ringrazia”.

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