Municipio XIV: anche PD, Lista Civica e SEL alla manifestazione antimafia

Ci saranno anche il gruppo consiliare PD, la Lista Civica Marino e SEL del Municipio XIV alla manifestazione in Piazza Don Bosco per la legalità e contro le mafie del prossimo 3 settembre. 

"Lì dove lo Stato, Roma e le Istituzioni hanno subito un'offesa ed una provocazione inaccettabili - spiega in una nota il capogruppo PD locale Alessandro Ciattaglia - non possiamo non reagire di fronte al tentativo da parte di cosche mafiose insediate nella nostra Cittá, di vantare beffardamente una sovranità sul territorio".

Lo stesso PD municipale ha rivolto un appello a tutti i gruppi consiliari, i cittadini, le associazioni e le realtà del territorio a partecipare alla manifestazione e scendere in piazza. Un invito raccolto dalla Lista Civica cittadina (come già dichiarato dal coordinatore Danilo Amelina) e confermato anche a livello locale. 

"Convinti che la battaglia per la legalità sia oggi più che mai cruciale per le sorti della nostra città e che per combatterla ci sia bisogno di un centrosinistra unito e solidale" scrive invece il capogruppo Lista Civica del XIV Andrea Montanari. 

E ci sarà anche il gruppo SEL del XIV Municipio, così come tutto il Coordinamento della Città Metropolitana, come annunciato dal Coordinatore Paolo Cento. "Aderiamo convintamente, pur con la preoccupazione che tali iniziative possano ridursi ad una vuota celebrazione della indignazione delle istituzioni e dei cittadini democratici di Roma, senza affrontare in modo efficace e radicale i problemi" si legge in una nota a firma del gruppo consiliare.

"Riteniamo che sia offensivo ed insopportabile, per le istituzioni democratiche ed il sentimento di legalità dei tanti cittadini onesti di questa città, quanto accaduto di recente in occasione e del funerale del decano della famiglia Casamonica nel quartiere Don Bosco, ma che sia altrettanto offensivo ed insopportabile riflettere sul fatto che è da circa venti anni almeno che la famiglia Casamonica ha costruito indisturbata il suo impero in quella zona di Roma, senza che nessuno, né le forze dell'ordine, né la magistratura, né le istituzioni, si interrogassero su come ciò fosse possibile e su quali traffici si fondasse la fortuna economica di quella famiglia, inizialmente modello esemplare di integrazione" continua la nota.