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Spalle al muro e dita incrociate, le fermate bus di Selva Nera fanno paura

Diversi i punti critici della zona

Attendere l’autobus a Selva Nera, Municipio XIV, non è roba per deboli di cuore. Sull’omonima via - dove passa lo 028, linea gestita da Roma Tpl - c’è la situazione più critica. Gli stalli sono adiacenti alla carreggiata, appiccicati alle abitazioni. Non ci sono marciapiedi o punti di riparo. Come segnalato da alcuni residenti, insomma, lo status quo non è dei migliori. Non lo è adesso e non lo è stato prima. Da queste parti, pertanto, sono in attesa di un cambio di rotta. Per rendere più distensivi gli animi e perché, oltre al passaggio dei mezzi pubblici c’è anche quello dei veicoli. Un gran marasma che viaggia a pochi centimetri degli utenti.

I punti critici di Selva Nera

Sull’argomento interviene Mauro Ferri, consigliere locale di Fratelli d’Italia, che in più di una occasione ha trattato il tema delle fermate autobus ‘choc’ di Selva Nera: “Uno dei punti critici è all’altezza di largo Ines Bedeschi, poi c’è tutta la parte di via di Selva Nera che arriva fino all’incrocio con la Boccea – segnala a RomaToday – stiamo parlando di fermate in cui sono assenti le pensiline e dove, alle sei di mattina, specialmente in inverno, ci sono donne e ragazzi che camminano rasi al muro. Non esistono marciapiedi ed è presente, talvolta, una scarsa visibilità. C’è il rischio, al netto di tutto, che le persone vengano investite”

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Più fondi per la periferia

“Da anni – prosegue – chiedo che vengano stanziati fondi per la realizzazione di stalli per fermate bus e marciapiedi, che consentano ai pedoni di camminare in sicurezza. Al tal proposito bisognerebbe effettuare un sopralluogo, anche con la commissione capitolina Mobilità, per valutare soluzioni alternative. Se la carreggiata non lo dovesse consentire, per esempio, si potrebbe espropriare per pubblica utilità lo spazio necessario. A chiudere una polemica politica: la maggioranza grillina la definirei ‘prosaica’, perché nell’ultimo bilancio non si è pensato per niente alla periferia. L’Amministrazione millanta di fare cose sul territorio e poi i risultati sono pari a zero”.

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Il caso di Selva Candida

Non è la prima volta che dal territorio si alzano polemiche circa la pericolosità delle fermate dell’autobus. Come nel caso di Selva Candida, peraltro non molto distante da Selva Nera. RomaToday, a tal proposito, a dicembre raccoglie le testimonianze del Comitato di quartiere, che a sua volta presenta un esposto alla sindaca, Virginia Raggi e al comandante della polizia locale, Diego Porta. Il tratto in questo che palesa maggiori criticità è su via di Selva Candida, dove passano le linee 904 gestita da Atac (metro Battistini, capolinea Cornelia) e 998 di Roma Tpl (arriva alla stazione di Monte Mario). Le fermate dei bus, in sostanza, sono sul ciglio della strada. A ciò si aggiunge il traffico quotidiano e l’assenza di pensiline per chi attende i mezzi pubblici. Non solo: secondo quanto riferito dal cdq, la proprietà dell’Hotel Selva Candida, dal 2015, assicura la propria disponibilità per realizzare un marciapiede a lato dell’accesso della struttura. Tutto ciò al fine di rendere più sicura la fermata Selva Candida/Basaluzzo (in direzione di via di Riserva Grande). “Finora nulla è stato realizzato” è il commento, laconico, del Comitato. L’esposto, per la cronaca, è stato reiterato.

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