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I lavoratori della sanità privata in agitazione: le cliniche di Ottavia chiamano a raccolta il quartiere

Mobilitazione alla Salus Infirmorum e al Don Gnocchi: "Contratto subito, eroghiamo servizio pubblico a cittadini"

Ieri il presidio davanti alla  sede nazionale dell’Aris, questa mattina il sit in sotto il San Carlo di Nancy: prosegue senza sosta lo stato di agitazione dei lavoratori della sanità privata, in attesa del rinnovo del contratto da dodici anni. 

I lavoratori della sanità privata in stato di agitazione

Nel Lazio 25mila le persone coinvolte tra quelle impegnate nelle strutture accreditate, negli ospedali, Irccs, case di cura, centri di riabilitazione, Rsa e centri territoriali e ambulatoriali.

Lavoratori che erogano gli stessi servizi del pubblico ma con un contratto diverso, non adeguato. Da qui, dopo che il tavolo delle trattative non ha prodotto passi in avanti, lo stato di agitazione permanente che coinvolge anche cliniche di riferimento per interi quartieri. 

Le proteste della Clinica Salus Infirmorum e Don Gnocchi 

Nel quadrante nord ovest della città è il caso della Salus Infirmorum a Ottavia e del centro di eccellenza Don Gnocchi a Casal Del Marmo. Qui i lavoratori hanno coinvolto nella loro battaglia anche i pazienti, raggiunti da volantini e infopoint. 

"Qualcuno, dopo che la proprietà ci ha vietato di esporre le bandiere sindacali, si è anche offerto di appendere striscioni e vessilli sui propri balconi" - ha raccontato a RomaToday Elisabetta Papini, delegata Cgil Fp alla Salus. 

Ottantacinque i dipendenti in agitazione in quel di Ottavia, a loro si aggiungono i 122 del Don Gnocchi. "Stiamo combattendo fianco al fianco" - ha aggiunto la sindacalista Arianna De Chiara dalla struttura di Casal del Marmo.

"Col nostro volantino abbiamo spiegato ai cittadini utenti dei nostri servizi i motivi della nostra protesta e cioè: che anche se ci vedono tutti i giorni al lavoro negli ambulatori, nelle palestre, nei reparti il nostro contratto è fermo a 12 anni fa; che siamo troppo pochi per garantire adeguatamente tutti i servizi, che gli standard minimi sono bassi e ormai superati, che troppi di noi sono precari e che anche se le strutture dove lavoriamo sono private i finanziamenti sono pubblici" - hanno incalzato le sindacaliste. 

I sindacati: "Contratto subito"

"Il nostro stato di agitazione, che è ben più ampio del livello cittadino, andrà avanti fino a che la situazione non si sbloccherà. Noi facciamo servizio pubblico ma con un altro contratto, fermo a 12 anni fa. La pazienza è finita - conclude Papini - contratto subito. Anche i cittadini che ogni giorno utilizzano la nostra strutura sono con noi". 
 

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