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Ex Fiera di Roma: il ricorso al Piano Casa è potenzialmente eversivo

Continuano le contestazioni verso la scelta cui, il Consiglio Comunale, si sta orientando. Per l’Assessore municipale Attanasio (Pd) “si è scelta la strada della manovra eversiva. Il Comune, al contrario, dovrebbe discutere la nostra delibera”

Non piace l’opzione che, nei giorni scorsi, l’Assessore Corsini ha preso in considerazione per riqualificare gli oltre sei ettari dell’ex Fiera di Roma. La scelta non è andata giù al presidente Catarci che, pur sottolineandone le debolezze,  aveva riposto fiducia al processo partecipativo ed alle istanze avanzate dal territorio. E non è una scelta che sia stata apprezzata neppure da comitati e cittadini che, a quell’iniziativa prevista dallo statuto del Comure di Roma, si erano dedicati.

LA SCELTA EVERSIVA - Come era facile prevedere, l’idea di ricorrere al Piano Casa, non è andata a genio neppure all’Assessore municipale competente Alberto Attanasio (Pd) che, raggiunto telefonicamente, ha spiegato la sua posizione. “La proposta di Investimenti SpA avanzata  sulla questione  che prevede il ricorso al Piano Casa, costituisce, sul piano urbanistico, una manovra 'eversiva' – chiarisce subito Attanasio, che poi approfondisce -  uso quest’espressione forte,  perché il Piano Casa, come strumento, si rivolge ad interventi precisi, con un massimo di 15mila metri quadrati, mentre per l’ex Fiera di Roma, si parla di 250mila metri cubi. Quindi è una forzatura che sancisce l’inerzia dell’amministrazione comunale sui temi urbanistici”.

LA DELIBERA MUNICIPALE - A proposito di questa presunta inerzia, l’Assessore spiega ulteriormente il proprio punto di vista “anziché approvare  una delibera in cui si attua un processo dialettico, democratico, che può piacere o meno, si è deciso di bypassarlo.  Noi al contrario – rivendica Attanasio - Vogliamo il rispetto della delibera approvata dal Municipio nell’agosto del 2011. Ritengo che l’amministrazione comunale debba assumersi la responsabilità di un processo decisionale che deve tener conto anche in maniera prescrittiva, delle indicazioni che il municipio ha dato attraverso lo strumento della delibera. Vorremmo che fossero rispettate le indicazioni fornite – reclama l’Assessore che poi, riportando il discorso sui binari della partecipazione conclude - il Comune dovrebbe assumersi innanzitutto la responsabilità di dire che il Piano Casa non si utilizza e poi dovrebbe portare la nostra delibera in Aula per poterla discutere”. Un’ipotesi non ancora del tutto scartata ma che, alla luce delle recenti dichiarazioni rilasciate dall’Assessore capitolino Marco Corsini, non sembra godere dei favori del pronostico.

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