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Ostiense Garbatella / Via Ostiense

Alexis, niente autorecupero: un anno dopo lo sgombero regna l'abbandono

Sfumato il sogno dell'autorecupero resta il degrado

Deiezioni di piccioni, animali morti, muffe. Gli ex occupanti dello stabile "Alexis" di via Ostiense, sono rientrati nelle loro stanze. Lo hanno fatto per recuperare gli effetti personali, quasi un anno dopo lo sgombero. Ed hanno trovato un edificio inutilizzato e degradato.

E' mancata la volontà politica

"Non sono state chiuse neppure le finestre, e dentro è entrato di tutto. Il vento, la pioggia, i piccioni - racconta Wolf, uno degli attivisti dell'Alexis - Sembrava tornato indietro al 2012, ovvero al periodo antecedente alla nostra occupazione". Il sogno dell'autorecupero, è intanto svanito. "E' mancata la volontà politica. E progressivamente sono venuti meno anche i nostri interlocutori: prima Berdini e poi il Municipio VIII, che ora è commmissariato".

Sfumata la soluzione nell'ex deposito Atac

L'alternativa proposta agli ex occupanti, non ha mia visto la luce. Niente stanze da ricavare nell'ex deposito Atac di San Paolo. La promessa è stata disattesa. "Erano sette stanze, ci dissero che ci voleva una settimana per predisporle. Invece non le abbiamo mai ricevute, nè abbiamo più avuto alcuna interlocuzione. Abbiamo semplicemente capito che non se ne sarebbe fatto più niente - racconta l'attivista- vedendo che sulla porta del deposito, avevano montato delle grate".

Alexis, l'edificio abbandonato ad un anno dallo sgombero

Il progetto di autorecupero

Con il passare dei mesi sull'edificio di via Ostiense è  calato il sipario. E così anche sul progetto di riqualificarlo. Alexis doveva infatti trasformarsi in uno spazio in grado di fornire una risposta all'emergenza abitativa, con una ventina d'alloggi da destinare ai loro occupanti. Al tempo stesso, il palazzo avrebbe aperto le porte al territorio. Lì infatti era stata realizzata la libreria indipendente Piuma di Mare, uno spazio di aggregazione che aveva ricevuto l'apprezzamento del quartiere. Gli scaffali vuoti documentati durante il sopralluogo, testimoniano la fine anche di quell'esperienza.  

Nel ricordo di Antonello Sotgia

"Il progetto di autorecupero era stato studiato dall'architetto Antonello Sotgia e da Rossella Marchini. Ora che Antonello non c'è più, abbiamo un altro motivo per continuare con la nostra vertenza. Perchè – osserva Wolf – credo che non ci sia un modo migliore di ricordare le persone, che farlo portando avanti i progetti che avevano curato". Nel caso specifico puntando su una legge regionale (55/98) che prevede questo genere d'intervento urbanistico. E sugli ex fondi Gescal che ne forniscono la copertura economica. A condizione che vi sia la volontarà di farlo. "In questa città l'autorecupero è fondamentale ed a Roma già ci sono 12 progetti. Ma nessuno se ne cura". Si preferisce lasciare che gli immobili rimangano inutilizzati. 

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