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No Pasaràn: Casetta Rossa riconsegna le chiavi, ma non si arrende

La notifica di un atto da parte degli uffici tecnici del Municipio, fa insorgere gli attivisti di Casetta Rossa. Riconsegnate le chiavi si annuncia una battaglia. "Hanno schierato l'artiglieria pesanti della burocrazia. Ma non ci fermeranno"

Dopo la chiusura del ristorante, su Casetta Rossa è piombata un’altra tegola. Anzi, leggendo la lettera aperta che gli attivisti hanno pubblicato, si tratta di un vero e proprio affondo. Neppure il primo, dal momento che lo spazio sociale “da mesi cerca di sopravvivere a continui attacchi da parte dei vigili dell'VIII gruppo” cui ora si aggiungono quelli  dei “Dirigenti del Municipio”.

DIECI ANNI NEL TERRITORIO - Cosa stia accadendo, è riassunto sulla pagina facebook di Casetta Rossa. Ora sullo sfondo della comunità virtuale veleggia una bandiera nera con il teschio, sul genere di quelle issate dai pirati. “Succede che nonostante l'impegno decennale, nonostante il recupero di un rudere abbandonato, nonostante la messa a disposizione alla città di servizi, cultura, mutualismo, espedienti tecnici, ci dicano di chiudere – leggiamo nella lettera aperta pubblicata sul social network -  noi in questi mesi abbiamo cercato il dialogo con tutti, abbiamo chiesto tavoli e incontri, abbiamo presentato carte bollate e fantasmagorici progetti, abbiamo accettato le critiche di tutti quelli che ci dicevano che c'erano dei vincoli da rispettare e delle procedure da seguire”. Evidentemente non è stato sufficiente. I problemi riscontrati su una DIA urbanistica ed una SCIA commerciale, oggetto del contendere, per ora sembrano insormontabili. Ne è derivata una protesta, che si sta trasformando in una mobilitazione cittadina.

LA MOBILITAZIONE CITTADINA  - “Ci hanno notificato l'ennesimo atto che dice di fermarci”. Un gesto che ha suscitato una dura reazione e così, se da una parte “la burocrazia ha schierato l’artiglieria pesante” Casetta Rossa chiama a raccolta i suoi sostenitori, ovvero di coloro che parlano il linguaggio della partecipaizone e non hanno paura né del confronto né del conflitto”. In sostanza, parafrasando la lettera aperta, si tratta ora di “rovesciare il tavolo” , appellandosi al sostegno della comunità cittadina. Per questo “Non chiederemo più incontri né regolarizzazioni. Non chiederemo più niente”, mentre partirà la mobilitazione ed il presidio permanente. perchè non lasceremo lo spazio”. No pasaràn.
 

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