Campidoglio 2, cantieri fermi: per il Ministero del Tesoro costa troppo

E’ sempre più complicata la partita che avrebbe dovuto portare alla Garbatella, la nuova sede del Campidoglio. Secondo il progetto di veltroniana memoria, il  complesso avrebbe dovuto accorpare tutti gli uffici capitolini, producendo un sensibile risparmio rispetto agli attuali canoni di locazione.

LE PERPLESSITA' DEL MEF - Per il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’operazione potrebbe però rivelarsi rischiosa. Una relazione inoltrata in Campidoglio, avrebbe infatti messo in luce una serie di perplessità sulla sostenibilità economica del cantiere. Più nel dettaglio, i dubbi avrebbero riguardato l’esposizione finanziaria di Roma Capitale dal momento che, durante la fase di cantiere, sarebbe costretta a sostenere oltre alle spese per la realizzazione dell’opera, anche quelle relative agli affitti dei locali dove i suoi uffici, sono attualmente presenti.

OPERAZIONE SEMPRE IN BILICO - Criticità rispetto al progetto Campidoglio 2, erano comunque già emerse nel corso della Giunta Alemanno. All’epoca come oggi, a destare preoccupazione erano stati i costi di un’operazione che avrebbe potuto gravare molto sulle già pingui casse comunali. Motivo per il quale l’ex Sindaco aveva suggerito l’opzione del project financing.

I COSTI ED I RISPARMI - Con l’arrivo di Marino la vicenda sembrava essersi sbloccata. Il Vicesindaco Nieri aveva infatti annunciato l’avvio dei lavori entro la fine dell’anno ed il loro completamento entro il 2018. Secondo Nieri, Assessore al Patrimonio, l’operazione una volta terminata avrebbe comportato un risparmio netto pari a 18,7 milioni di euro l'anno. Questa cifra, era  risultante dall’ esborso per i canoni di locazione attuali (33,7 mln annui) meno quelli, spalmati in 20 anni, che si rendevano necessari per realizzare l’opera. Varrà la pena ricordare che, il costo stimato per l'ultimazione di Campidoglio 2, era stato di 195 milioni di euro.

LE PERPLESSITA' DEL MUNICIPIO - Il Comune ha già presentato delle controdelucidazion al MEF, ma è evidente che il cronoprogramma, a questo punto, non sarà rispettato. In più ci sono le domande rimaste senza risposta, che un anno fa aveva avanzato il Municipio VIII.  “Si erano segnalate un anno fa  - ha spiegato Catarci - delle criticità riguardanti profili urbanistico-edilizi sul progetto”. Inoltre “ a luglio di quest’anno si comunicava l’evidenza di difformità progettuali e di anomalie procedimentali, rispetto agli ampliamenti planovolumetrici ed alle esorbitanti modifiche sia per le superfici utili che per le altezze. Il tutto – ha fatto notare Catarci - senza il dovuto rimodulamento degli standard urbanistici”. L’interesse del Minisindaco è che le risposte arrivino in fretta, “nell’interesse e per la salvaguardia del territorio cittadino”.