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Elezioni Municipio VIII, Ciaccheri allarga il campo del centrosinistra: c'è posto anche per i grillini delusi

L'intervista al candidato presidente di Super8

Amedeo Ciaccheri è stato il primo a dichiarare la propria disponibilità a candidarsi come presidente del Municipio VIII.  Lo ha fatto subito dopo le dimissioni di Paolo Pace, avviando un processo partecipativo sulle vertenze rimaste aperte nel territorio. Si è fatto portavoce di un Consiglio popolare che ha visto l'adesione sia di attivisti politici, come l'ex Minisindaco Andrea Catarci, che delle tante realtà associative presenti nel Municipio VIII. Così facendo ha gettato le basi per la nascita di un progetto partecipato, denominato Super8, attraverso il quale ha costruito un programma in vista della elezioni municipali.

Ciaccheri, lei a fine novembre ha lanciato la campagna Super 8. Da allora l'abbiamo vista in prima linea in tutte le principali vertenze del territorio, dalla scuola all'ambiente fino alla recente vicenda di Piazza dei Navigatori. Sul piano della partecipazione, dopo l'amministrazione dei cinque stelle, trova che sia cambiato qualcosa?

Si è interrotta una consuetudine di discussione  tra istitutizoni e cittadinanza. Sono scomparsi gli spazi affermati per le vertenze. Dopo il commissariamento abbiamo immaginato che il Consiglio Popolare potesse essere un luogo di sintesi, in assenza dei referenti locali. Tra l'altro penso che quanto successo su Piazza dei Navigatori sia emblematico del fatto che sia completamente venuto meno il confronto. Un'altra vicenda simbolica, sul fronte delle scuole, è quella del Socrate: lì in assenza di una regia istituzionale abbiamo assistito al formarsi di una rete territoriale. E così il problema della carenza di aule si è risolto per il protagonismo di un Istituto Comprensivo, la Poggiali Spizzichino, che ha messo a disposizione le proprie classi.  L'assenza dell'istituzione centrale però in altre vertenze, è stata decisiva. Ed ha pesato molto.

Confrontando i dati delle comunali con quelli delle regionali, emerge che nel vostro munnicipio ci sono tanti voti transitati dal M5s al Centrosinistra. In più c'è una spaccatura evidente tra il M5s capitolino e quello locale. Pensa che questo influirà oppure si aspetta un grosso risultato dei pentastellati?

Io penso che il M5s abbia un forte potenziale di consenso del paese. In generale c'è  un'aspettativa positiva attorno al M5s. Ma a livello territoriale è diverso. Le dimissioni di Paolo Pace ancora pesano sulle spalle di chi si era candidato per governare il territorio ed ha chiuso l'esperienza in fretta, senza alcun tipo di confronto pubblico. Le fratture poi si sono palesate su questioni importanti, come ultimamente si è visto con piazza dei Navigatori. Ed io credo che la grande parte di attivisti e di militanti che hanno perso fiducia, si sentano più coinvolti in vicende territoriali che hanno la priorità rispetto ai posizionamenti politici generali. Di conseguenza possono fare parte di un processo civico.

Quindi è possibile dialogare con quelli che Pace chiamava i "talebani"? Ed ai grillini delusi cosa si sente di dire?

L'auspicio è di non trincerarsi dietro un radicamento ideologico: nelle istituzioni locali, ed i 5 stelle lo hanno sperimentato con mano, c'è spazio per un'autonomia di pensiero che è necessaria per mantenere una propria coerenza.  C'è una distanza tra le posizioni di chi vive il territorio e chi lo governa dalla città, come si è visto sempre nel caso di piazza dei Navigatori. Poi vorrei rivolgere un invito agli attivisti ma anche agli elettori delusi dal M5s. Se si rivede il proprio posizionamento politico, si apre la possibilità di continuare a partecipare attivamente alla vita politica, valorizzando il ruolo che è stato agito nelle battaglie ad esempio sul fronte dell'urbanistica, ma anche sul tema dell'ambiente. Penso in quest'ultimo caso anche alle vicende vissute da alcuni comitati nel nostro territorio. Se questo messaggio passa, c'è la possibilità di costruire un progetto politico nuovo, che si arricchisce di personalità e di partecipazione molto radicata ma con i piedi ben piantati dentro le vertenze del territorio.

Super8 è un progetto che punta a dialogare con le associazioni ed i comitati. Lo stesso però dichiara di voler fare il PD, senza considerare che anche la sinistra si presenterà alle elezioni. Non c'è il rischio di una sovrapposizione?

E' un'elezione molto particolare. Conta avere un tessuto sociale protagonista su tutti i livelli, dalla cultura all'ambiente. Questa partita si gioca senza i vincoli di altre elezioni, di conseguenza conta soprattutto la credibilità dei contenuti ed il livello di partecipazione. Ne consegue che da parte di tutti ci sia una  consapevolezza:  chi vuole prender parte alla campagna elettorale deve fare i contri con un territorio vivo, deluso da un'amministrazione prima fallimentare e poi totalmente assente. Poi c'è la necessità di rinnovare il campo della sinistra in generale. La dirigenza della sinistra è rimasta penalizzata dagli ultimi passaggi riorganizzativi che ci sono stati a livello nazionale. Quello che emerge più chiaramente è che la sinistra vince quando le istanze non sono calate dall'alto, ma che si costruiscono dentro una dimensione territoriale, di protagonismo civico.  Io credo che tutte queste sollecitazioni al mondo del civismo, siano connaturate al fatto che sottotraccia, per costruire una proposta vincente e credibile, serva fare forza su  un progetto unitario che tenga insieme tutti questi pezzi, fermo restando che le colonne portanti sono il radicamento territoriale ed il protagonismo delle realtà civiche.

Enzo Foschi ha dato la propria disponibilità a partecipare alla competizione elettorale. Il PD ha il proprio candidato alla presidenza. Ma è davvero così scontato la partecipazione di Super8 alle primarie di centrosinistra? 

Noi siamo dell'idea che, per essere credibili ed efficaci come alternativa, occorra costruire la coalizione più larga possibile. Per quanto riguarda le primarie, vanno formalizzati dei passaggi. Io sono contento che Enzo Foschi si sia messo a disposizione, però stiamo a vedere quello che succede. Ripeto, servono dei passaggi concreti che sono necessari per costruire delle primarie che si rivolgano non soltanto a PD e Super8,  ma ad una coalizione più larga. Comunque è questione di giorni. 

La partita delle primarie è aperta, tanto alla società civile quanto agli attivisti pentastellati delusi. Le scelte dell'amministrazione capitolina, dagli ex Mercati Generali a Piazza dei Navigatori, potrebbero aver aperto un nuovo fronte. A loro si offre la possibilità di continuare ad impegnarsi sulle vertenze del territorio.  Ma nel campo largo del centrosinistra. 

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