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Ardeatino Tor Marancia / Piazzale Antonio Tosti

Tor Marancia, polemiche sul centro d’accoglienza al San Michele: “Potenziale conflitto nel quartiere”

L’utilizzo dell’IPAB San Michele come centro d’accoglienza per 50 persone “migranti o in condizioni di marginalità sociale”, attira le critiche del centrodestra. Catarci: “Si continua a soffiare sul fuoco dell'insoddisfazione”

Un centro d’accoglienza all’interno dello storico Istituto Pubblico di Assistenza e Previdenza San Michele. Fa discutere la destinazione d’una parte dei locali presenti nel più grande IPAB della Capitale. Avvenuta senza bando di gara. La questione, è ora sul tavolo del presidente Zingaretti. Come ha ricordato il consigliere Mario Abbruzzese (Forza Italia) l’isitituto è infatti posto “sotto la vigilanza della Regione Lazio e gli organi di gestione sono nominati d'intesa con il Comune di Roma”.

La richiesta di chiarimenti

La Regione dovrebbe dunque essere informata del futuro dell’IPAB di Tor Marancia. Ed è quello che intende scoprire il consigliere di Forza Italia che, con un’apposita interrogazione, ha chiesto numi sull’ “indizione di procedura negoziata senza previa pubblicazione di bandi, per perla gestione di un centro di accoglienza H24 per un numero massimo di 50 persone migranti temporaneamente presenti nel territorio comunale e/o persone in condizioni di marginalità sociale da realizzare presso la struttura situata in Roma”. A preoccupare il consigliere, sono i tempi ed i costi. Per la gestione della struttura, nell’interrogazione si fa riferimento a 750mila euro “senza una gara pubblica”. E per quanto riguarda la durata dell’affidamento “riguarderebbe il periodo agosto 2017 febbraio 2019”.

L'indeterminatezza che genera conflitto

Il dito non è puntato soltanto sull'assenza dei una gara pubblica.  Abbruzzese infatti ha diversi rilievi da fare. In generale si sottolinea “l'indeterminatezza della destinazione della struttura indifferentemente utilizzabile per l'accoglienza dei migranti o per persone in condizioni di marginalità sociale”. Parte da questa considerazione il consigliere regionale di Consigliere di Forza Italia , per segnalare il pericolo. “Il potenziale conflitto” che proprio questa indeterminatezza potrebbe ingenerare “nella struttura e nel quartiere che la dovrebbe ospitare”.

La ricerca di consensi

Pronta la risposta dell’ex presidente del Municipio XI Andrea Catarci. “Si continua a soffiare sul fuoco dell'intolleranza e dell'insoddisfazione crescente tentando di incendiare un quartiere popolare come Tor Marancia. Come al solito non esita ad indicare un servizio pubblico di assistenza a 50 migranti previsto negli spazi dell'Istituto San Michele come il 'problema vero', ad attaccare vigliaccamente le esperienze territoriali di solidarietà ed autorganizzazione, a scegliere come capro espiatorio i più deboli, a cercare i soliti consensi infami nel ventre molle della disperazione sociale”.

Un quartiere sotto pressione

Anche Fratelli d'Italia ha bocciato l'iniziativa del campidoglio. Oltre a chiedere "la revoca dell'assegnazione", Andrea De Priamo ed Alessio Scimè chiedono si tenga conto che il territorio è già "fortemente stressato dalle diverse incompiute riqualificazioni urbanistiche, dalla diffusa e problematica presenza di nomadi nonché dalle numerose occupazioni abusive di locali e strutture pubbliche e private". Secondo il Consigliere comunale  De Priamo e l'ex capogruppo municipale Scimè, sarebbe più opportuno "spendere i 750.000 euro previsti per risolvere le problematiche più urgenti che il Municipio VIII attende dall'inizio della consiliatura e che finora non hanno trovato risposta alcuna".

Il precedente della tensostruttura

La presenza di migranti transitanti, nel quartiere di Tor Marancia, è in realtà già stata sperimentata in passato. Proprio durante l’amministrazione municipale di Andrea Catarci  nei terreni dell’IPAB, venne sistemata una tensostruttura per ospitare i profughi arrivati dall’Afghanistan. L’esperimento, avallato dall’allora sindaco Gianni Alemanno, consentì a centinaia di afghani arrivati a Roma ed inizialmente accampati nei pressi della stazione Ostiense, di avere un ricovero sicuro. In attesa di una successiva destinazione. La permanenza del maxi tendone a Tor Marancia, conclusasi nel 2015, è durata tre anni.

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