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Ardeatino Tor Marancia / Viale Carlo Tommaso Odescalchi

Chiusura maxi tendone Tormarancia: "Scelta grave. Ora Danese accetti il confronto"

Il Municipio e le tante realtà che si sono occupate degli Afghani, non accettano la decisione che ha posto fine all'esperimento di Tormarancia. "E' una sconfitta per la città". Chiesto un tavolo di confronto con l'Assessore Danese

La tensostruttura di viale Odelsalschi è ancora lì. Come i container utilizzati dagli operatori sociali. Però dentro non c'è più nessuno. Dal 1 luglio il tendone non è più operativo e l'esperimento, che ha portato a Tor Marancia 11.300 rifugiati e transitanti, si è concluso. Qualcuno confida però in un ripensamento.

L'ASSEMBLEA - Nel pomeriggio di giovedì 2 luglio, una trentina di persone in rappresentanza del Municipio VIII e delle realtà che hanno operato a contatto con la tensostruttura, si sono incontrate. A convocare l'Assemblea ha provveduto il Presidente Catarci, interessato a "trovare insieme la strada da seguire". Alla fine ha prevalso la richiesta di un tavolo di confronto con l'Assessore Danese, "che oggi avevamo invitato ma che ha scelto di non venire e di non mandare nessuno in sua rappresentanza".

LA VICENDA - Nel corso dell'assemblea, il Minisindaco ha ricordato "la comunicazione arrivata il 18 giugno agli operatori, con la quale si diceva che entro il 30 la struttura doveva chiudere. In maniera informale poi, si chiedeva loro di non accettare più  persone . Il risultato è che, dai 100-150 transitanti e rifugiati che fino a maggio dormivano nel tendone, si è arrivati a 15. Ora l'Assessore Danese rivendica questa scelta che per me è grave, ma è altrettanto grave il silenzio del Sindaco  e della sua Giunta– osserva Catarci, che aggiunge – noi avevamo proposto di chiudere questa tensostruttura, per trasferire le attività in un edificio più adatto. Lo avevamo fatto in maniera regolare, con documenti votati dal Consiglio Municipale, e rivolti ai due Assessori che si sono succeduti. Invece si è scelto di chiudere quest'esperienza senza una spiegazione, senza una via d'uscita, azzerandola direttamente.  Per questo – ha aggiunto il Minisindaco -  penso che le associazioni e la rete territoriale abbia diritto a chiederne conto. Come, lo dobbiamo decidere insieme".

UN'ESPERIENZA INNOVATIVA - Tra i primi a prendere parola, c'è il Presidente della Brigata Garbatella. L'associazione, in prima linea nelle iniziative di pronto intervento, è stata operativa sin dall'inizio dell'epopea degli Afghani. Per loro, quando ancora dormivano in una tendopoli ad Ostiense, hanno preparato pasti caldi, donato coperte ed offerto un prezioso supporto.  "Io faccio parte del direttivo del CESV e dunque Francesca Danese, che ne era la Presidente, la conosco bene – premette Cristiano Bartolomei – però penso che  prima di arrivare alla decisione di chiudere quest'esperienza, si doveva fare un passaggio con la Giunta e con le Associazioni, anche per farsi raccontare quello che succedeva dai chi, la situazione, la conosceva bene. Questa decisione rappresenta una sconfitta per la città e costituisce un  dramma per questi ragazzi. Queste persone, lasciando un paese in guerra, avevano la possibilità di non essere confinati tra i militari. Qui infatti trovavano un luogo più famigliare  – ricorda il Presidente di Brigata Garbatella che poi aggiunge  - Dobbiamo andare dalla Danese  per attivare un tavolo  in cui ribadire che, la nostra esperienza,  è innovativa e da imitare".

LE RICHIESTE - Tra i presenti anche una mezza dozzina di Afghani, che ora stanno cercando di costituire un'associazione. "Questo tendone era molto importante per noi che venivano a dormire qui  – spiega un portavoce, tradotto in tempo reale da un connazionale -  adesso non abbiamo più un posto dove farlo, quindi i ragazzi sono andati a dormire nel parco di Vittorio Emanuele, ma poi sono arrivati i Carabinieri e li hanno mandati via. Ieri a mezzanotte – viene osservato – ho visto 10 ragazzi che andavano a piedi da Tor Pignattara a Centocelle. Qui c'è il rischio di tornare come 5 anni fa a Piramide, con ragazzi che creavano gruppetti e litigavano tra loro. Cerchiamo una soluzione insieme altrimenti , qui il rischio è che diventi un casino per tutti". Tra i presenti anche una delegazione di Action d'accordo nella decisione d'attivare un tavolo di confronto con l'Assessore Danese. "Quello che vediamo oggi  - spiega Giovanna, un'attivista – è frutto dell'incapacità della Giunta di governare questi processi, perchè c'erano 3 milioni di euro stanziati per i transitanti. Parte di questi soldi sono stati dati per la creazione del campo alla stazione Tiburtina. Quindi Danese  - conclude a seguito di un lungo discorso - deve sedersi al tavolo con noi. Deve dirci cosa stanno facendo con quei soldi e cos'hanno intenzione di fare con l'accoglienza in questa città".

LA REPLICA DELL'ASSESSORE DANESE

Tendone Tormarancia: realtà a confronto

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