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Fiumicino Fiumicino / Via dell'Aeroporto di Fiumicino

Incendio di Fiumicino, "Da Adr mancata politica sulla sicurezza. Ritardi nello spegnimento"

Secondo l'indagine c'è stata una corresponsabilità tra "Enac, Adr, Asl e vigili del fuoco". Usb tuona: "I lavoratori del Terminal 3 di Fiumicino ancora accusano problemi di salute"

Tutti responsabili. Riguardo l'incendio nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2015 che distrusse parte del Terminal 3 dell'aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino, la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali sottolinea nella sua indagine un insieme di "responsabilità diffuse". 

LE RESPONSABILITA' - Da Enac ad Adr, passandro per la Asl Roma D, i Vigili del Fuoco e Ati Ecf-Na Gest (società appaltratrice della manutenzione degli impianti). Responsabilità "diffuse" come spiega nella relazione presentata dalla presidente Camilla Fabbri (Pd) e che sarà votata martedì prossimo. La relazione sarà consegnata poi alla Procura di Civitavecchia.  

"LACUNA NORMATIVA" - "Sul piano normativo si deve rilevare che la responsabilità degli enti è prevista in materia di sicurezza del lavoro soltanto per i reati di lesioni (gravi o gravissime) e di omicidio e non per altri reati quali ad esempio l'incendio, il disastro innominato, l'omissione di cautele antinfortunistiche etc.", si legge. 

Nel caso del rogo a Fiumicino, quindi, "la responsabilità si potrà applicare per i reati di lesioni che saranno accertati ma paradossalmente non per il reato di incendio che invece appare direttamente riconducibile a fattori organizzativi e gestionali della sicurezza. Si tratta di una lacuna normativa - spiega ancora la relazione - che dovrà essere colmata dal legislatore anche al fine di evitare un'irragionevole e quindi incostituzionale disparità di trattamento tra reati meno gravi (che danno luogo alla responsabilità dell'ente) e reati più gravi (che invece non danno luogo a tale responsabilità)".

RITARDI NELLO SPEGNIMENTO - Secondo la relazione, le operazioni di spegnimento dell'incendio da parte dei Vigili del Fuoco sono iniziate con un ritardo di circa 35-40 minuti. Tra le cause del ritardo anche "l'impossibilità di accesso alle scale esterne" e il "tardivo spegnimento dell'impianto di condizionamento".

LE RESPONSABILITÀ DI ENAC E ADR - La relazione sottolinea poi le responsabilità di Enac, poichè è l'Ente nazionale di aviazione civile a riconoscere ad Adr la concessione sugli aeroporti di Roma. "Tale disposizione pone in questa sede il tema del mancato esonero di responsabilità per Enac quale concedente e Adr Spa quale subconcedente. Non si trascuri peraltro che un contratto avente per oggetto una concessione di un impianto non a norma, sarebbe comunque contrario a norme imperative, con conseguenze sul piano della validità contrattuale". 

Non solo. Le responsabilità "diffuse" si concentrano sul ruolo della società Aeroporti di Roma. A causare il rogo un "condizionatore portatile" posto in un area dove non poteva stare. Secondo la Commissione Adr "avrebbe dovuto adottare una politica aziendale sulla sicurezza comprensiva di tutti gli aspetti e le interferenze riguardanti anche le attività lavorative esercitate dagli altri datori di lavoro, sia quale committente, sia quale soggetto tenuto a garantire la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o pubblici uffici, sia infine quale concedente in uso dei locali in cui si svolgono attività commerciali o servizi vari". 

E LE COLPE DELL'ASL - "Sorprende la tardività dell'intervento dell'Asl", quale responsabile dei controlli e della prevenzione in materia antincendio, dopo il rogo. "Non si può non registrare con allarme - sottolinea la relazione - che al riguardo la responsabile del servizio di vigilanza sui luoghi di lavoro, è stata colpita da un provvedimento disciplinare di sospensione dal servizio per due mesi cui ha fatto seguito il pensionamento su domanda della stessa". 

Un "via libera" costato l'iscrizione nel registro degli indagati nel fascicolo aperto dalla Procura di Civitavecchia in seguito alle denuncia sull'insalubrità dello scalo nei giorni successivi al rogo. Da parte dell'Asl, si sottolinea ancora, "v'è stata una grave sottovalutazione del tema della sicurezza di un luogo di lavoro qual è l'aeroporto di Fiumicino".

I LAVORATORI ACCUSANO SINTOMI - A dare manforte a questo punto anche le denunce di Susi Ciolella dell'Unione sindacale di base (Usb) di Roma che si è occupata degli intossicati e dei malori forse conseguenti all'incendio nell'aeroporto: "I lavoratori del Terminal 3 di Fiumicino ancora accusano problemi di salute e anzi per alcuni iniziano a manifestarsi adesso sintomi importanti. Il primo mese dopo l'incendio solo al pronto soccorso dello scalo si sono presentati in oltre 250 - ha detto Ciolella, membro dell'esecutivo provinciale federale Usb -. Stimiamo che in tutto siano oltre 500-600, ma non abbiamo accesso ai dati della Asl".

"Ancora oggi faccio incontri con lavoratori che accusano bronchiti croniche o per le donne problemi all'apparato genitale - ha proseguito -. Molti hanno lavorato per una settimana senza protezioni, con diossina 30 volte superiore al normale. Il Terminal 3 era da chiudere e bonificare, la Asl è intervenuta una settimana dopo. E ancora oggi non vengono diffusi i risultati dei rilievi sull'aria. Cosa respirano i lavoratori?".

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