Fiumicino, aeroporto verso la normalità ma scatta l'allarme malori per i dipendenti
Si moltiplicano i casi di infiammazione delle vie respiratorie. Usb: "Qualora la situazione dovesse persistere sarà costretta a denunciare i fatti alla Procura della Repubblica di Roma"
Dopo l'incendio del 7 maggio che ha distrutto il Terminal 3 dell'aeroporto 'Leonardo Da Vinci' la situazione allo scalo di Fiumicino sta tornando sempre più verso la normalità. Già prima di entrare all'interno delle aerostazioni, si osservano passeggeri che raggiungono i vari banchi accettazione per ritirare le carte di imbarco e poi vanno verso i gate assegnati. Di file, soprattutto davanti ai banchi biglietteria di Alitalia, al T1, e della Vueling, al T2, se ne notano poche e, tutto sommato, abbastanza contenute rispetto ai giorni scorsi. A formarle, sono passeggeri di voli cancellati che cercano di trovare soluzioni alternative.
LA TASK FORCE - Prosegue anche senza sosta l'azione dei circa 500 addetti della task force di Aeroporti di Roma e dei 150 di Alitalia, smistati in tutti i punti dello scalo, interni ed esterni, nei tunnel di collegamento e alla stazione ferroviaria. Intanto al Terminal 3 alcuni operatori aeroportuali continuano a girare con mascherine anti smog, di fortuna, per coprire naso e bocca.
L'ALLARME DEI SINDACATI - E proprio il tema relativo alla sicurezza dei dipendenti sta diventando centrale. Nelle ultime ore, infatti, molte ambulanze sono state coinvolte a seguito di malori dei passeggeri o dei dipendenti.
A denunciare la situazione è l'Usb Lavoro Privato che rivela: "Le autorità hanno dato indicazione ai dipendenti di uscire nelle aree esterne ogni ora, per quindici minuti, a causa delle polveri sottili che circolano nell’aria e gli aeratori spenti perché non sanificati e riattivati". L'Usb ha chiesto "un intervento urgente alle autorità aeroportuali per porre i dipendenti in sicurezza per la tutela della salute e fa presente che qualora la situazione dovesse persistere sarà costretta a denunciare i fatti alla Procura della Repubblica di Roma".
LE PRIME ANALISI - In un documento del 9 maggio, ossia due giorni dopo l'incendio, l’Enac ha parlato dei risultati delle indagini ambientali. Le analisi effettuate presso il laboratorio chimico Biochemielab, si legge, "dimostrano che i parametri indagati riferiti alle sostanze organico volatili, gli idrocarburi policiclici aromatici, i metalli, le polveri e le fibre aerodisperse, non hanno superato i limiti (tlv) previsti dalla normativa vigente nazionale e internazionale".
I sindacati però chiedono che gli esami "possano esser effettuati anche da enti terzi" e si sono rivolti già ufficialmente alla Asl e all’ispettorato del Lavoro. Adr ha, di tutta risposta, incaricato la Belfor, società leader nel settore disaster recovery.
POSSIBILE SCIOPERO - L'Usb, però, non fa passa indietro su questa dinamica e "ha denunciato a tutte le autorità aeroportuali la condizione di pericolo per la salute dei lavoratori che sono costretti a operare nell’area T3 in condizioni ancora di fumi presenti e fuliggine nell aria, la maggioranza dei quali senza le protezioni previste dalle normative. Mentre i passeggeri sono costretti a transitare nelle immediate vicinanze delle zone interessate dall’incendio con le attività commerciali chiuse perchè piene di fuliggine e danneggiate", si legge in una nota.
"Tutto questo rappresenta una grave violazione delle norme di sicurezza e di tutela del personale aeroportuale, che potrebbe comportare un danno imminente alla salute dei lavoratori conseguente al deposito delle polveri sottili nelle vie aeree". Usb, in assenza di precisi riscontri e interventi posti a ristabilire una situazione di tutela della salute, "si riserverà tutte le iniziative a garanzia dei lavoratori coinvolti, fino alla possibilità di uno sciopero come previsto in queste casistiche dalla stessa legge 146/90".
