Dove sarà la nuova sede dell’UPTER?
Maggioranza e opposizione, unite dalla volontà di garantire la conclusione dei corsi UPTER ai 350 iscritti, si dividono sulle proposte
Ancora incerto il destino dei tanti residenti che frequentavano le lezioni dell’Università Popolare della Terza Età, al Villaggio Azzurro.
Dopo l’ improvvisa chiusura della sede di Largo delle Pleiadi, ancora non si hanno certezze sulla scelta della nuova sede.
“Stiamo valutando, insieme all’uffico tecnico del Municipio, l’agibilità dei locali di via Carlo Avolio – ci fa sapere Pietrangelo Massaro, Presidente della Commissione Sport, Cultura e Patrimonio del Municipio - Qualora non lo fossero, o insorgessero altre problematiche, stiamo valutando diverse alternative, purchè territorialmente prossime alla vecchia sede. Fermo restando, chiaramente, l’impegno ad intervenire per garantire la conclusione dell’anno sociale”.
Sull’importanza di lasciar terminare i corsi, è d’accordo anche Pino Contenta, capogruppo municipale del Partito Democratico.
“Abbiamo presentato, alla manifestazione di lunedì pomeriggio, la richiesta d’un consiglio straordinario. Già abbiamo avviato le veriche con l’ufficio tecncio per sapere se questo casale, come ricordavo io, negli anni passati era stato preso in consegna dal Comune di Roma, insieme alle strade, alle fogne ed al campo di calcio, poi trasformatosi in due campi da tennis – fa notare Contenta, che rivela di conoscere piuttosto approfonditamente il territorio – se questa situazione, che stiamo verificando, dovesse rivelarsi ancora tale, porteremo una mozione che questo casale, insieme ad altre opere realizzate in passato, venga preso in consegna dal comune di Roma”.
“Il Campidoglio – conclude il Capogruppo PD - a sua volta, dovrà fare delle verifiche rispetto ai progetti che presenteranno le associazioni, trovando in tal modo una soluzione”. Si profilano tempi lunghi, dunque, ma anche un processo che implica maggiore chiarezza.
Perché, se è vero che un locale inagibile non deve essere frequentato, altrettanto vero è che non lo si può scoprire dopo 15 anni e centinaia di corsi attivati.
E quindi, poiché 350 persone adesso si trovano, con un prevviso di appena due settimane, senza aule, sarà il caso di accertare le precise responabilità di questa inaspettata, sgradevole condizione.
