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EUR: “la Rugby Roma è ancora viva”. Parola di Ferruccio Tozzi

L'ex utility player degli anni Settanta, oggi consigliere della Rugby Roma Club e giocatore dei Cavalieri, chiede un passo indietro alla Nuova Rugby Roma "Insieme ce la possiamo fare"

E’ un fiume in piena Ferruccio Tozzi, storico mediano della Rugby Roma, arrivato negli anni settanta dall’Australia e portato in prima squadra, dove ha esordito a 16 anni, da Bubi Farinelli “un grande personaggio del rugby, a cui hanno anche dedicato una piazza ai Parioli” mi spiega, indicandomi la fotografia con cui, l’allora sindaco Veltroni, officiava la presentazione della targa dedicata all’atleta scomparso.

Il ruolo pedagogico del rugby. “Il rugby per me è stato importantissimo e mi ha anche salvato da un brutto giro, visto che io abitavo all’Appio Claudio” mi fa notare, alludendo, probabilmente, agli anni di piombo che segnarono la vita di molti romani.
Ma che Ferruccio Tozzi sia un grande motivatore, oltre che un impareggiabile fan della palla ovale, è un dato che non può essere messo in discussione. La passione per il rugby trapela dal suo sguardo, dal modo calmo e determinato che ha nel parlare, dal desiderio di raccontarti tutto, scendendo nei particolari di quella che, per lui, è indubbiamente una ragion d’essere.
“Il Tre Fontane ha la forza di essere la polisportiva più grande del centro sud – rivendica orgoglioso - Oltretutto farebbe bene anche all’Eur, perché stando a contatto con educatiori ed allenatori che hanno vissuto il rugby, si elimina tanto disagio giovanile” tiene a specificare. Ed il pensiero, immancabilmente, vola in alto per raggiungere la Città del Rugby. Chissà quanto disagio poteva eliminare, a Spinaceto, se veramente quel Punto Verde Qualità avesse mantenuto fede alle sue promesse.

Un passo indietro. Ma tornando al Tre Fontane, c’è una cosa che Ferrucci Tozzi vuole ribadire:  “Io chiedo che Roberto (Barilari n.d.a) valuti bene il suo atteggiamento perché lui è da solo senza storia, mentre noi siamo un gruppo dove lui può trovare affetto e gente con passione che lo può aiutare. Deve fare un passo indietro, perché se lavoriamo uniti e compatti, si riesce a portare a casa l’obiettivo”.
E l’obiettivo, per tutti, e di fare rugby in una struttura che, va detto, a giorni sarà messa a bando. Come altri impianti capitolini, dallo stadio di Caracalla al Flaminio.
 

Tre Fontane Rugby Roma Club


L'estate romana. Il problema sarà capire cosa avverrà dopo. Di certo, il rischio che, la prossima estate, vi si celebri un’altra volta l’estate romana non è peregrino.
“Quando entrammo qui, a settembre – dopo la kermesse agostana che vi si era tenuta - trovammo cavi strappati, fontanelle rubate, l’erba massacrata. Io ho pianto, perché qui dentro ci sono cresciuto” riconosce umanamente l’ex utility player bianconero, che ha cercato ed è riuscito a coinvolgere nella Rugby Roma, come Presidente, niente meno che l’amministratore delegato di EUR S.P.A. Riccardo Mancini.

La Rugby Roma ed il Tre Fontane. “Noi volevamo ricostruire la Rugby Roma con la sua storia –mi dice mentre mi mostra, orgoglioso, un bel libro che raccoglie le vicende della società ‘Da ottanta anni per la gloria nel nome’ - e fortunatamente ci siamo riusciti. Abbiamo cominciato a sistemare i campi, messo dei soldi, e ce l’abbiamo fatta”. La gloria del nome è dunque salva. Però non è certo che, il destino di questa società, sia ancora legato al Tre Fontane. Dove continuano ad allenarsi i 270 atleti della Nuova Rugby Roma di Barilari, la società bianconera con il maggior numero di iscritti nel territorio. Ma soprattutto non è detto che il Tre Fontane, come avviene da 40 anni, continui ad essere la sede del rugby. Anche se, ovviamente, ce lo auguriamo. Come tutte le parti, finora ascoltate.
 

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