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Eur Eur / Viale Umberto Tupini

EUR: lotta alla prostituzione. Si riapre il dibattito

Dopo la campagna di comunicazione finalizzata a responsabilizzare i clienti delle lucciole, si riapre il dibattito tra i residenti dell'EUR. Ma di soluzioni operative, ancora non c’è traccia

Le locandine che hanno tappezzato l’Eur e che ritraggono una donna col viso coperto,  un codice a barre tatuato sul seno e la scritta “prima di comprarla, Rifletti”  hanno rappresentato l’argomento di discussione più gettonato del quartiere

L'Eur e la prostituzione. Un quartiere che da anni lotta, inutilmente, contro la piaga sociale della prostituzione. Che da via Tupini a Via dei Primati Sportivi, mette in scena un triste mercato di corpi, esposti e disponibili, come le merci di un supermercato. Da qui, probabilmente,nasce l'idea di ricorrere all’immagine con cui, i Consiglieri Spadaro e Vecchio, hanno denunciato il fenomeno.
La prostituzione e l’Eur, sembrano ormai un binomio inscindibile. Ed allora siamo andati a chiedere a chi vi abita, come la pensa. Quali siano le strategie da implementare. Ed abbiamo scelto la signora Cristina Lattanzi, del Comitato Salute e Ambiente Eur.

Basta proclami e politiche repressive.“La nostra situazione  è drammatica, e non è cambiata minimamente – premette Lattanzi che aggiunge- La nostra posizione è di smetterla con proclami ed ordinanze che non producono nulla, ma bisogna trovare una soluzione più definitiva che non può passare solo per politiche repressive che hanno mostrato loro inefficacia”.
No alle politiche repressive. Ma allora come affrontare il problema, visto che l’istituzione di una ZTL è stata bocciata, e che la strada scelta dal Municipio è quella di chiedere maggiori controlli ed una legge nazionale contro la prostituzione?
“Bisogna regolamentarla – ci risponde la signora Lattanzi – le varie forme di proibizionismo hanno solo prodotto, come risultati, un rafforzamento delle mafie e del fenomeno del racket. Null’altro. Noi, del Comitato Salute e Ambiente EUR  appoggiamo l’iniziativa coraggiosa della Spadaro e del Consigliere Vecchio. Per squarciare il velo d’ipocrisia. Perché se la prostituzione esiste, vuol dire che c’è un mercato. Che  ci sono padri di famiglia che, incuranti del fatto  che si tratti di ragazze o ragazzine per lo più vittime traffici, o vicine a quegli ambienti, hanno ritenuto di dire ‘Rifletti prima di comprarla”.

Un sasso nello stagno. Ma basta un’indicazione, o meglio, una forte operazione di comunicazione a dissuadere un uomo dall’adescare una prostituta? Bastano, ricorrendo ad un altro esempio, le scritte sui pacchetti di sigarette, per far desistere un fumatore dal loro acquisto? Difficile stabilirlo. “E’ stato buttato un sasso nello stagno. Laddove lo stagno è l’ipocrisia – puntualizza la signora Lattanzi – fermo restando che, fintanto non si procede ad una regolamentazione, bisogna continuare con i controlli. Perché regolamentare è diverso che proibire, ma è diverso anche dal dire che ognuno può fare come gli pare e piace”.
Sulla campagna di comunicazione del tandem Spadaro- Vecchio, si è espresso anche Pietrangelo Massaro, Consigliere PdL del Municipio XII e primo firmatario della risoluzione con cui si chiedevano maggiori controlli, oltre ad una legge nazionale, che sancisca il reato di prostituzione. “Riguardo alla scelta che i colleghi hanno fatto, credo che sia mossa da un’idea giusta e condivisibile. Bisogna ripartire dal rilancio dell’etica, ed in questo va responsabilizzato anche il cliente delle prositute. La forma  scelta, invece, mi è parsa un po’ forte e mi dispiace dirlo, ma mi fanno pensare ad una strumentalizzazione del tema”.

Sociologia e giurisprudenza. La proposta di Massaro, incentrata sui controlli serrati e su una legge nazionale, la conosciamo. Quello che nell’intervista di oggi il Consigliere ha invece sottolineato, è “il fatto che noi dobbiamo rilanciare l’etica, e contemporaneamente capire le ragioni delle persone che vanno a prostitute, anche attraverso un’indagine sociologica, per combattere il tema alla radice”.
Sulle proposte presentate e sulla campagna di comunicazione in atto, Massaro, che nel Municipio svolge il ruolo di Presidente della Commissione Sport e Cultura, osserva come “la ZTL non era una soluzione che incontrasse i favori delle persone. La maggior parte delle volte, quando lo chiedevo ai residenti, mi obiettavano chiedendomi ‘ma cosa devo fare, sentirmi prigioniero a casa mia’. L’iniziativa di queste ore, invece, è valida sul piano concettuale. Onestamente sull’efficacia di questo manifesto, invece, nutro i miei seri dubbi. Per me, la soluzione, è ricorrere allo strumento giuridico – conclude Massaro –  sulla legge della prostituzione in luogo pubblico”.

Visioni diverse, per affrontare uno stesso problema.


 

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